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No global, un sabato di guerriglia annunciata Pisanu: «400 facinorosi hanno cercato lo scontro». Cinquanta fermati. Due poliziotti feriti

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Una giornata in cui i soliti teppisti - il ministro Pisanu parlerà di «quattrocento facinorosi che hanno cercato lo scontro» - hanno messo la Capitale a ferro e fuoco. Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha evitato che uno in particolare fra i due cortei di ieri, quello dei No Global all'Eur, provocasse danni eccessivi. E questo nonostante il grosso dei manifestanti, purtroppo infiltrati da gruppi di tute nere, guerriglieri dell'ultim'ora e quant'altri, fosse venuto in pace. Che però le premesse fossero tali da preannunciare un sabato di tensione lo si era capito fin dalla mattina quando un gruppo di circa cento dimostranti, alle 10,30 si era presentato in piazza Colonna, davanti a palazzo Chigi, lanciando rotoli di carta igienica «per pulire il letame di ieri»; quello cioè lasciato in via del Plebiscito davanti alla residenza del premier. Nulla comunque rispetto al raid delle 12 in tutt'altra zona della città, a San Paolo intorno alle 12, quando in via Gozzi una cinquantina di giovani dal volto coperto aveva lanciato sassi contro le vetrine dei negozi e un fumogeno dentro la sede di un'agenzia interinale. Qui le prime cariche della polizia, i primi fuggi fuggi, i primi fermati, una ventina di ragazzi condotti in Questura. Tutto questo prima dell'inizio dei cortei. Tranquillo quello dei sindacati, snodatosi in centro da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo con un'unica, vera battaglia fra partecipanti e forze dell'ordine, quella sulle cifre: niente di meno 250 mila le adesioni per gli organizzatori, 15 mila per la Questura. Non così per la manifestazione più temuta, quella dell'Eur, da 70 mila persone per i no global, 5 mila per la polizia. Tensione, grande tensione dall'inizio, la marcia fino al palazzo dei Congressi studiata da 9 mila uomini delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. C'è perfino una rissa tutta fra dimostranti, quando l'ala più dura assalta una banca e viene affrontata dal personale del servizio d'ordine del corteo. Che vi siano spaccature nel movimento, lo dimostra anche il fatto che il leader di Rc Bertinotti viene spintonato da alcuni teppisti. Poi, al tentativo di forzare il blocco per entrare nella zona interdetta, quella dove si svolge il vertice, si scatena il finimondo. Fra lanci di biglie e di bottiglie, fra manganellate che colpiscono pure chi non c'entra nulla, ad esempio i fotografi che son lì solo per documentare i fatti, il corteo finisce male: spaccato in due e disperso, con l'ultima carica della polizia sotto il metrò B, viene consegnato alle cronache come l'ennesimo sabato di ordinaria guerriglia. Quanto al bilancio finale, fra i complimenti del Capo della Polizia De Gennaro al Questore di Roma Cavaliere, le stime parlano di cinquanta persone fermate e denunciate. Fra i feriti, comunque non gravi, anche due funzionari di polizia. 14 invece le persone portate in ospedale da 118 e Croce Rossa.

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