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Taormina: «Ci ha preso in giro ma da teste dovrà rispondere»

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In realtà la sequenza delle risposte in cui in particolare si è avvalsa della facoltà di non rispondere è pericolosamente accusatoria nei suoi confronti». Carlo Taormina, esponente di FI in Commissione Telekom Serbia è quasi indignato. «La signora Dini mi ha dato l'impressione di essere venuta a prenderci in giro. Mi spiace, era l'occasione per restituire al marito una sua dignità». In audizione non ha posto alcuna domanda a Donatella Dini. Ma, all'uscita da palazzo San Macuto, ha definito l'audizione «un bluff». «Donatella Dini non ci ha detto assolutamente nulla è presumibile che chi vuole essere sentito è perchè abbia qualcosa da dire. Lei invece - ha aggiunto Taormina - ha fatto un gran chiasso e basta». Taormina ha fatto sapere di essere stato in disaccordo con il resto della Commissione nel sentire la signora Dini ieri. Anzi aveva chiesto un rinvio, al quale però Trantino non era d'accordo. «Non avevamo ancora tutti gli elementi per ascoltarla subito. Comunque è nostra intenzione chiedere una sua ulteriore convocazione, questa volta in qualità di teste e in quel caso non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere». In ogni caso, aggiunge Taormina, alla Dini «sono state fatte domande importanti, ma non quelle importantissime». Sullo sviluppo dell'inchiesta e la sua conclusione Taormina però è ottimista: «Non c'è ad oggi una sola carta che smentisce Marini. E tutte le operazioni e i collegamenti sono presenti nelle carte. C'è inoltre un nome di un politico in chiaro e altri citati con una circonlocuzione. Quello che dobbiamo capire ora è in che modo questa operazione è stata coperta, scoprendo pian piano tutti gli elementi della copertura». Giu.Cer.

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