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Sulle pensioni Lega e Udc ai ferri corti

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Intanto il lavoro sulla finanziaria va avanti per preparare un nuovo vertice, forse anche oggi

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Il ministro per le Riforme rivendica alla Lega il merito di aver impedito il taglio di quelle di anzianità, così come fece nel '94 quando, racconta, proprio per quel motivo e nessun altro attuò il «ribaltone» facendo cadere il primo governo Berlusconi. Gli risponde l'Udc: quelle del senatùr sono sparate, non si fa la finanziaria senza risorse per lo sviluppo del Sud, la coalizione non teme smargiassate. Intanto Maroni cerca di difendere l'intesa di massima sulla riforma previdenziale raggiunta nei giorni scorsi nella Cdl. Il giorno dopo aver detto che sulle pensioni la Lega farebbe di nuovo il «ribaltone», Bossi continua a battere sull'argomento. «Sulle pensioni non debbo ribadire nulla, mi pare di essere stato chiaro, la Lega ha fatto chiarezza», dice, e afferma che «la rabbia di alcune repliche alle mie parole è la prova provata degli intenti di chi voleva portar via le pensioni di anzianità ai lavoratori». Poi afferma: «Avevano deciso di portare via le pensioni di anzianità, possibilmente chiudendo le finestre per qualche anno per poter avere subito i soldi da spendere. Lo si capisce dalla rabbia delle risposte, è la prova provata dei loro intenti». E ribadisce che la Lega non vuole che si tocchino le pensioni di anzianità: «Noi siamo decisi, anche se quello delle pensioni è un disco che gira e non bisogna illudersi che sia finita. Vogliono i soldi e siccome altri soldi non ce ne sono puntano sulle pensioni. Fremono per portar via le pensioni di anzianità». Infine, afferma: nel '94 «il ribaltone avvenne per le pensioni. Dini - racconta - tentò di inserire i disincentivi per le pensioni di anzianità. Tutto qui. Il resto sono illazioni di persone che non sanno nulla». Alle esternazioni di Bossi risponde Rocco Buttiglione, uno dei protagonisti degli incontri politico-tecnici nella Cdl di queste settimane. «Le pensioni non le difende la Lega, le pensioni le abbiamo difese tutti. La volontà di fare una manovra politica sulle pensioni - dichiara - non c'è mai stata perché i pensionati li abbiamo a cuore tutti quanti in questo governo, come io mi auguro che alla fine la volontà di sostenere lo sviluppo del Sud venga condivisa da tutti». Buttiglione, inoltre, definisce «una sparata» la minaccia bossiana di fare il bis del ribaltone: «L'Italia non è più la stessa e anche la Lega non è più la stessa». «Sia chiaro - conclude Buttiglione - che non si fa una legge finanziaria contro il Sud, non si fa una legge finanziaria senza il Sud». E il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volonté definisce «smargiassate» quelle di Bossi e afferma che la Cdl,che ha preso i voti per realizzare lo sviluppo del Paese, «non può permettersi di soffermarsi sulle divisioni padane». Dopo lo slittamento del vertice di mercoledì sera su finanziaria e pensioni, ieri nei vari ministeri si sono tenute riunioni tecniche in serie, in vista di un possibile nuovo incontro che potrebbe essere convocato anche oggi. «Il lavoro tecnico prosegue - ha detto da Cancun il ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno - non è interrotto dalle dichiarazioni di Bossi o da altre interviste che circolano». Sul complesso della manovra economica, Alemanno ha quindi detto: «Non c'è dubbio, bisognerà intervenire sul patto di stabilità, altrimenti non ci sono margini». Maroni intanto sulle pensioni torna a spiegare la posizione della Lega e la volontà di preservare l'intesa politica faticosamente raggiunta in queste settimane di riunioni. Secondo il ministro senza un emendamento ad hoc da inserire nella delega previdenziale, che traduca l'intesa politica, «c'è sempre il rischio che qualcuno torni alla carica».

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