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Tutti gli allarmi dimenticati Si comincia già nel '94 con la gaffe rivelatrice di Dini

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Si comincia nel novembre del 1994, quando una delegazione serba d'affari si reca a Torino per essere ricevuta dal sindaco di centrosinistra Valentino Castellani. Chiedono di visitare gli stabilimenti della Fiat. In quel momento era in corso l'embargo Onu nei confronti della Federazione Jugoslava. L'incontro con il sindaco viene annullato. Di tutto fu informato il ministro degli Esteri Susanna Agnelli (Governo Dini) con una lettera inviata da Carmelo Palma (Radicali) il 18 luglio 1995 e poi trasmessa alla procura di Torino. Questo soggiorno fu utilizzato per avviare le trattative sull'acquisto di TS come si rileva dalla memoria del collegio sindacale Telecom distribuita agli azionisti il 12 giugno 2001 che parla di contatti con la delegazione serba che per l'acquisto di TS che «risalgono al novembre 1994». Nel '98 e nel '99 i radicali si presentano alle assemblee di TI in veste di piccoli azionisti e pongono ufficialmente la questione della partecipazione in TS senza ottenere risposte. L'accordo viene firmato nel giugno del '97 tra la TI-Stet per acquisire il 29% delle azioni di TS. Il settimanale Panorama del 19 giugno del 1997 annota che «un'insperata boccata d'ossigeno alle casse di Belgrado è venuta nei giorni scorsi dalla privatizzazione della Telecom serba». Una settimana dopo arriva la tavolo del Presidente del Consiglio Romano Prodi e su quello del ministro delle Comunicazioni Antonio Maccanico l'interrogazione del senatore Pietro Milio per sapere a «quale rilevante strategia di mercato è sottesa l'operazione condotta dalla Stet». Non risponde nessuno. Nell'edizione dell'8 novembre 1997, Il Sole 24 Ore scrive un articolo sugli interessi italiani in Serbia e spiega che la collaborazione tra i due paesi riceve nuovi impulsi «dopo quello scaturito dall'esperienza maturata grazie al ruolo svolto dalla Telecom nella privatizzazione della Ptt, società telefonica locale». Sul numero 3 della rivista Est-Ovest del marzo 1998 si rivela che l'uso è stato fatto del denaro di TI-Stet: «pagamento di fondi e stipendi». Nel marzo del 1998 la rivista Notizie-Est riprendendo gli articoli pubblicati dal quotidiano Nasa Borba il 16 e il 17 dicembre '97 e il 16 febbraio '98 aveva scritto che «nel corso del 1997 Dini aveva visitato la Serbia ben tre volte e l'Italia è riuscita a mettere le mani su una delle più importanti operazioni di privatizzazione nei Balcani, quella della Telecom serba». Nel marzo del 1998 ripartono le sanzioni contro la Serbia. Il Corriere della Sera riporta che qualcuno chiede a Dini se il blocco riguardi anche l'affare TS, «Dini - scrive il Corsera - risponde prima di "Sì". Ma poi ha spiegato che il blocco "non è retroattivo", perché "si guarda al futuro e non al passato"».

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