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Cinque ore a consulto su pensioni e conti pubblici

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Il vertice proseguirà domani. Alemanno: lavoreremo fino a raggiungere una posizione comune

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L'annunciato vertice, che ha riunito ieri per oltre 5 ore a Villa Spada i ministri dell'Economia Tremonti, del Welfare Maroni, delle Politiche Agricole Alemanno e delle Politiche Comunitarie Buttiglione, insieme al vice ministro dell'Economia Baldassarri e al direttore generale del Tesoro Siniscalco, è stata la prima vera occasione di chiarimento politico all'interno della maggioranza sulla riforma pensionistica e un primo, importante approccio alla stesura della prossima Finanziaria. Il confronto si è svolto sugli scenari finanziari generali e sulla valutazione delle coperture economiche, e non ha dato risultati specifici (anche per questo si rende necessario il secondo «round» di mercoledì) e al termine, per determinazione comune, non sono state rilasciate dichiarazioni nel merito. Il ministro Maroni si è limitato a dire che l'incontro è stato «molto positivo», aggiungendo scherzosamente che «l'unica nota negativa della giornata di oggi è stata il fumo del sigaro di Buttiglione» (il quale, come è noto, predilige i sigari toscani). Il ministro Alemanno dal canto suo ha confermato: «Continueremo a lavorare nella prossima riunione fino a definire una posizione comune. Ci siamo impegnati a tenere assolutamente riservato il nostro lavoro, cosa estremamente opportuna - ha spiegato - perché sui temi della Finanziaria e delle riforme strutturali non devono emergere posizioni di partito né tanto meno personali. Appena sarà definita una posizione comune con l'approvazione dei leader della coalizione, comincerà il confronto pubblico e con le parti sociali». La fase in corso è quindi quella, evidentemente ormai scontata la decisione politica di andare aventi con la riforma, della ricerca e del consolidamento di una posizione comune che consenta poi di procedere con decisione. Fra i nodi che sono emersi all'interno della maggioranza nelle scorse settimane, infatti, c'è stato quello che ha visto Maroni sostenere che va utilizzato lo strumento della delega, contro chi vorrebbe inserire gli interventi in Finanziaria e, più in generale. Inoltre la Lega ha posto una sorta di veto ad interventi sulle pensioni di attualità, rendendo più difficile la soluzione contabile» della questione. Va poi verificata nei particolari in tutte le sue conseguenze eventuali la proposta di super-incentivo avanzata dallo stesso Maroni nei giorni scorsi, che prevede un aumento del 32,7% direttamente in busta paga per chi ritarda l'andata in pensione pur avendo maturato i requisiti. Proposta fatta dal ministro subito dopo la presa di posizione dello stesso presidente del Consiglio Berlusconi, che aveva lanciato sul tappeto l'ipotesi «secca» di innalzare l'età pensionabile di cinque anni. Altro nodo da sciogliere, quello della cosiddetta equiparazione fra in sistemi di calcolo delle pensioni dei dipendenti pubblici e di quelli privati, i quali ultimi sarebbero relativamente svantaggiati rispetto ai primi. Ancora, in questi giorni si è parlato di aumenti contributivi per i lavoratori parasubordinati e autonomi, il che comporterebbe, secondo le ipotesi, a una possibile mini-stangata da 7-800 milioni di euro per le categorie interessate..

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