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Pensioni, sulla riforma si decide sabato

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Maroni assicura: si farà entro l'anno. I responsabili della Cdl discutono gli altri temi istituzionali

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L'approfondimento della riforma previdenziale a livello di vertice di maggioranza, non avrà luogo infatti come programmato oggi dopo la riunione del consiglio dei ministri, ma sabato al ritorno di Maroni dal meeting di Cl a Rimini. Ieri il ministro del welfare comunque ha ribadito, il nuovo sistema pensionistico arriverà entro la fine dell'anno. Oggi tuttavia per i vertici della Cdl si avrà la ripresa ufficiale dei contatti e potranno essere affrontati gli altri temi «caldi» delle riforme istituzionali, alla luce delle determinazioni raggiunte dai «saggi» della Cdl nei giorni scorsi. Con questa ripresa dell'attività politica per la Casa delle Libertà, avrebbe detto il presidente del consiglio ai collaboratori e a diversi esponenti della maggioranza che lo hanno incontrato nella sua villa in Sardegna dove ancora ieri si trovava, «inizia un anno di svolta», un anno «decisivo» per la legislatura. Il premier avrebbe sottolineato la necessità di «imprimere un'accelerazione al processo di cambiamento del Paese» incidendo su tre fronti: riforme istituzionali, riforme economiche e sociali, a cominciare da quella delle pensioni e realizzazione delle infrastrutture e delle grandi opere. Soltanto in questo modo, ha avvertito, sarà possibile recuperare i consensi «che qualche bega da cortile rischia di farci perdere». Berlusconi avrebbe anche invitato tutti gli altri leader della Cdl ad avere «un sempre maggiore senso di responsabilità» per evitare di dare una immagine distorta della coalizione. Questi «sono atteggiamenti che hanno caratterizzato la sinistra e noi dobbiamo distinguerci da loro anche in questo». Il governo ed i leader della maggioranza dovranno valutare, per quanto riguarda le riforme istituzionali, la proposta preparata la scorsa settimana dai cosiddetti «saggi» della Casa delle Libertà riuniti in una baita di montagna in Cadore. A dare il loro placet, ma non è sicuro che il via libera ci possa essere già oggi, saranno i leader dei quattro partiti di maggioranza e quelli del Nuovo Psi e del Pri. Le riforme istituzionali riguardano quattro importanti temi: il rafforzamento dei poteri del premier (sono previste anche norme antiribaltoni), maggiori poteri di garanzia per il Capo dello Stato, la Consulta federale e la devolution proposta da Umberto Bossi. Su questi argomenti c'è già una intesa di massima ma alcuni punti devono essere ancora precisati. Da risolvere è anche il malumore delle regioni guidate dalla Casa delle Libertà che chiedono di essere consultate prima dell'inizio dell'iter parlamentare. A fare da portavoce è il governatore del Lazio Francesco Storace (An) che ha chiesto ai leader della Cdl di invitare al vertice di maggioranza una rappresentanza delle regioni governate dal Centrodestra. Quanto alle pensioni, Berlusconi punta a «coronare» l'azione politica con la quale nei giorni scorsi ha rilanciato la necessità della riforma, avviando la ripresa del dialogo fra i principali protagonisti che sono i titolari del Welfare e dell'Economia, Maroni e Tremonti, raggiungendo una intesa «politica» sulle proposte di innalzare l'età pensionistica o di ricorrere ad incentivi per chi decide di rinviare l'andata in quiescenza, che poi, sabato, sarà approfondito nell'incontro tra Tremonti, Maroni, Buttiglione e Alemanno. Il consiglio dei ministri comincerà anche ad occuparsi della nuova legge finanziaria che dovrebbe prevedere tra l'altro il ricorso ad un condono edilizio su cui non c'è pieno accordo. Tutti gli esponenti dei partiti della Cdl sono convinti che non ci saranno contrasti insanabili e che alla fine l'intesa sarà totale. Anche l'Udc, diviso da contrasti interni su cui oggi si dovrebbe pronunciare l'ufficio politico, assicura che non ci saranno ripercussioni sul governo. Tutto il partito, ha detto Giovanardi, è leale nei confronti dell'esecutivo.

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