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«Le pene? Scontatele a casa vostra»

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Il ministro Castelli attacca: «I detenuti extracomunitari devono essere rispediti nei loro Paesi»

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Ne è convinto il ministro della Giustizia Roberto Castelli. Il guardasigilli si spinge anche oltre e annuncia che un accordo in tal senso è stato raggiunto con l'Albania: «L'intesa - spiega - prevede il rimpatrio dei detenuti albanesi che stanno scontando condanne in Italia in modo che l'espiazione della pena avvenga nel loro Paese. Certo - aggiunge - questi accordi non sono facili. Noi puntiamo a ridurre il numero dei detenuti, ma gli Stati che accetteranno il ritorno dei loro connazionali dovranno farsi carico di oneri finanziari imprevisti e non sempre sopportabili per fragili economie». Parlando degli strumenti messi in atto dal Governo per decongestionare le carceri, il ministro ha ricordato la legge Bossi-Fini: «Dai nostri calcoli - sottolinea - il rimpatrio degli extracomunitari con condanne inferiori ai 2 anni consentirà l'uscita dai penitenziari italiani di almeno 100 detenuti al mese». Un capitolo a parte riguarda l'impegno finanziario per la costruzione di nuovi istituti. «Mille miliardi - fa presente Castelli - che serviranno per realizzare 12 carceri di cui 4 in Sardegna, a Cagliari, Sassari, Tempio Pausania e Oristano. E il piano di dismissione dei vecchi edifici comprende anche il recupero e la restituzione alle città di tutte quelle sedi carcerarie con un valore storico-culturale e architettonico, come il caso di Buoncammino a Cagliari. C'è poi la necessità - proseguire il ministro - del rilancio delle colonie agricole, in particolare delle tre situate in Sardegna dove stanno nascendo iniziative straordinarie: quella della fattoria gestita da Don Usai, per esempio, costituisce un punto di riferimento da esportare per la validità dei metodi di reinserimento degli ex carcerati». Non è d'accordo il socialista Enrico Buemi: «Sui principi Castelli non ha torto, ma è sulla loro realizzazione pratica che vedo delle enormi difficoltà. «La situazione nei centri di accoglienza per immigrati è drammatica e siamo in presenza di una persistente violazione dei diritti umani dei cittadini extracomunitari», afferma il deputato Verde, Paolo Cento. Il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) la destinazione di 5000 militari alla sorveglianza dei muri di cinta delle carceri potrebbe essere una prima misura tampone per arginare il fenomeno delle evasioni, in attesa di assumere 5000 nuovi agenti penitenziari. Continuano comunque gli sbarchi: altri 62 somali sono giunti nel Ragusano, altri 42 da Eritrea ed Etiopia sono arrivati a Lampedusa. Intanto si registra la prima applicazione degli accordi bilaterali siglati dall'Italia contro l'immigrazione clandestina. Quattro tunisini sono stati intercettati e consegnati alle autorità del proprio Paese. Gli immigrati sono stati bloccati a 18 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, dalle motovedette italiane. I clandestini erano ricercati perché fuggiti dalla Tunisia con un peschereccio rubato.

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