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I sindacati preoccupati: è buio fitto

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Epifani (Cgil): la riduzione della spesa sociale per noi sarebbe inaccettabile

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Non solo non hanno ricevuto il testo ma, dicono, dal governo sono arrivate solo indicazioni generiche sull'architettura della manovra che dovrà essere concretizzata dalla Finanziaria di prossima stesura. E non sembra aver sortito effetto neppure la volontà mostrata da Berlusconi, e sostenuta dal ministro dell'Economia, Tremonti, di aprire sulla legge Finanziaria un tavolo di confronto, di «avviare una discussione seria e responsabile» in nome di una coesione sociale. La Cisl accusa il governo di non aver rispettato gli accordi del luglio '93, che impongono la concertazione preventiva, mentre la Cgil diffida della mano tesa dell'esecutivo e sospetta un possibile «trucco» per scaricare sui sindacati responsabilità che invece non hanno.«Il governo si è posto fuori dagli accordi del luglio '93», accusa il leader della Cisl, Savino Pezzotta che definisce «deludente» («si commenta da solo», dice) l'incontro. «Senza documento è impossibile esprimere un giudizio - spiega - senza contare che il governo ci ha fornito solo informazioni generiche quando invece l'accordo prevede una sessione di politica dei redditti. Ma non c'è stato indicato neppure il dato sull'inflazione programmata... che politica dei redditi si può fare così? Quando avremo in mano il documento - prosegue - faremo le nostre valutazioni e decideremo come procedere». Buio anche sul pubblico impiego, sulle risorse da destinare ai rinnovi degli ultimi contratti ancora da chiudere (sanità, agenzie fiscali) su cui il governo aveva promesso di far luce contestualmente alla presentazione del Dpef. E questo irrita maggiormente la Cisl che ammonisce: «Dopo 18 mesi va trovata la soluzione. Gli accordi vanno rispettati. Altrimenti, avverte, metteremo in campo iniziative più forti di quanto non abbiamo fatto finora». Insoddisfatto, ma soprattutto «preoccupato» è anche il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani. «Anche se il governo non ci ha fornito il testo del Dpef salta agli occhi un punto di grande gravità, una riduzione strutturale della spesa sociale. Ed è evidente che una riduzione della spesa sociale comunque strutturata sarebbe da noi considerata inaccettabile». La Cgil dubita anche delle reali intenzioni del governo quando propone alle parti sociali un percorso comune in vista della finanziaria. «Il tavolo potrebbe essere un trucco per scaricare sul sindacato resposnabilità che sono del governo», dice ancora Epifani.Incontro «interlocutorio e inclassificabile» anche per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti che ha ribadito il «no» forte del suo sindacato a un intervento sulle pensioni. «Bisogna farla finita con la mitologia delle riforme strutturali quale condizione o precondizione per reperire risorse per finanziare lo sviluppo. La riforma l'abbiamo già fatta. Il nostro sistema previdenziale è assolutamente in equilibrio. Non ha bisogno di tagli ma solo di cose di assoluto buon senso, fondi integrativi e incentivi a restare al lavoro».

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