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Tutti gli attacchi del Cancelliere

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La Sinistra ha sempre favorito la crescita dei pregiudizi nei confronti della politica italiana

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La Germania ha sempre avuto dei pregiudizi sulla politica italiana e la sinistra non ha fatto molto per rimuoverle e difendere gli interessi italiani. Non è necessario fare un lungo viaggio nel tempo per ricordare ciò che è accaduto il 17 febbraio del 2000, quando, durante il Governo D'Alema, il cancelliere tedesco Schroeder rilascia al «Corriere della Sera» un intervista ripresa dal quotidiano «Die Zeit». Ai giornalisti tedeschi Hofmann, Klingst e Nass, alla richiesta di un intervento dell'Unione europea in Italia se si presentasse un nuovo caso Haider, il cancelliere confessa che l'Ue «dovrebbe intervenire, se al tavolo del governo ci fossero nuovamente i neofascisti. Noi non possiamo e non dobbiamo fare dei passi indietro rispetto agli standard da noi fissati». Parole che suscitano l'indignazione del Presidente della Repubblica Ciampi, che di ritorno da una visita ad El Alamein scrive di proprio pugno in aereo la dichiarazione di risposta al cancelliere sottolineando che «tutti i partiti (italiani, ndr) si riconoscono nei valori essenziali che costituiscono l'Unione europea». L'ambasciatore italiano a Berlino Enzo Perlot chiede al cancelliere tedesco di «riconsiderare» le sue dichiarazioni sulla destra italiana. Ma quando interviene alla Camera dei deputati nel pomeriggio del 17 febbraio alle ore 16.00, il Presidente del Consiglio Massimo D'Alema nega che ci sia un complotto internazionale contro l'Italia e attacca il Polo. Il «Corriere della Sera» del 18 febbraio, riporta le parole del capo dell'esecutivo: «Piuttosto se si formano all'estero "giudizi di questo tipo" per D'Alema è colpa di alcune scelte del Polo». Berlusconi giudica l'intervento del Presidente del Consiglio «Tempestivo», ma si ferma qui. Non tutti credono a D'Alema. Gustavo Selva di An giudica negativamente l'intervento di D'Alema spiegando che «in aula, la sua risposta ambigua favorisce a creare le condizioni, in altri paesi, per continuare ad osteggiare in modo ingiusto, politicamente la destra. Insomma, - conclude Selva - c'è un disegno e si sta allargando». Il 19 febbraio tocca al ministro degli Esteri Lamberto Dini riferire al Senato sulle dichiarazioni di Schroeder. Il responsabile della Farnesina afferma che «non si deve sopravvalutare la portata» di queste dichiarazioni. Ma il 18 febbraio arriva un'altra figuraccia per la Germania. Il portavoce del Cancelliere tedesco Uwe Carsten Heye dichiara a «la Repubblica»: «Niente ingerenze, ma un chiaro modo di ricordare che l'Europa è una comunità di valori. E anche voi vi preoccupate di ogni successo dell'ultradestra alle elezioni regionali tedesche». Il 19 febbraio il Presidente del Consiglio Massimo D'Alema annuncia alla stampa che il caso è chiuso. Il cancelliere non fa le sue scuse e il capo del Governo italiano spiega: «Abbiamo superato questo incidente. Il Cancelliere ha chiarito che non intendeva accusare le forze politiche del Polo». Infatti, il lunedi successivo al 19 febbraio «Der Spiegel» pubblica un'intervista Gerhard Schroeder, in cui il capo del governo tedesco afferma candidamente senza alcun ripensamento: «Quel che vale per l'Austria vale anche per gli altri paesi dell'Unione europea. Soltanto questo volevo sottolineare». A rileggere l'intervista rilasciata dall'ex ministro degli Esteri Antonio Martino al «Roma» il 18 febbraio non si può fare a meno di ripensare a ciò che è accaduto in questi giorni. «Per la verità - afferma Martino - nei confronti di Berlusconi non hanno ancora utilizzato argomenti come quelli additati per il centrodestra e in particolare per An, ma ci arriveranno».

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