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«Ascoltiamo i sindacati, ma facciano proposte»

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Alemanno: «Mi candido a coordinatore di An, vogliamo il congresso dei giovani del partito»

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Gianni Alemanno è in auto tornando a Roma da Chianciano, dove ha partecipato ad un seminario di Gioventù identitaria, la componente giovanile di An che fa capo alla destra sociale (di cui è leader): «La verifica nel partito non può prescindere anche dal movimento giovanile». Chiede il congresso di Azione giovani? «È necessario celebrarlo al più presto ma non nel senso di trovare un compromesso di vertice da calare sulla testa dei giovani ma nel senso di consentire una libera, aperta assemblea senza rendite di posizione e Azione giovani deve puntare anche a nuovi settori, come il tempo libero. E, in generale, tutte le nuove tematiche che s'impongono nel dibattito politico». La sua componente ha già un candidato? «Certo, ed è Carlo Fidanza». Ministro, a proposito di An. Alla carica di coordinatore si è candidato il viceministro Urso. Lo sosterrete? «Chiediamo una cosa sola: chi fa il coordinatore del partito non deve fare altro. Se Urso lascia il ministero, siamo d'accordo». Quindi va bene anche Gasparri? «Certo, se per questo vado bene anche io». In che senso scusi? «Anche io sono pronto a lasciare subito il ministero per occuparmi del partito. A maggior ragione non capisco perché La Russa voglia fare il coordinatore rimanendo anche capogruppo alla Camera». Ministro, lo scoglio maggiore della verifica è la previdenza. An ha una proposta di partenza? «No, non abbiamo una proposta di partenza. Siamo pronti a discutere e ad ascoltare». I sindacati minacciano lo sciopero. La strada è in salita? «Sì, guardi c'è un solo punto certo: la riforma previdenziale sarà fatta con il dialogo sociale. La svolta della verifica è proprio in questo punto: maggiore collegialità all'interno del governo e maggiore concertazione all'esterno». Pezzotta avverte: giù le mani dalle pensioni. Che cosa risponde? «Che da parte del governo c'è tutta la disponibilità ad ascoltare. Ma i sindacati, se dicono di non toccare le pensioni, dovrebbero anche indicare dove tagliare o dove attingere nuove risorse in un contesto di difficoltà internazionale. Se sarà una strada buona e percorribile, saremo ben lieti di non fare aggiustamenti al sistema previdenziale». Ma c'è chi teme anche all'interno del governo. Brambilla (Lega) dice: attenti, così andiamo tutti a casa? «Per questo è necessario rilanciare dialogo sociale e concertazione». Il ministro Maroni non è altrettanto convinto sulla concertazione, pochi giorni fa ne ha decretato la morte. Che cosa replica? «Penso che abbiamo pagato già un prezzo alto sull'articolo 18». F. D. O.

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