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Verifica, passo avanti ma senza schiarita

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Incontro a cena a Strasburgo tra Berlusconi e il suo vice. An frena: «Non c'è ancora un accordo»

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Tanto che ieri il vicepremier Gianfranco Fini ha fatto sapere di non essere molto soddisfatto delle offerte giunte dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Ancora generiche, vaghe, interlocutorie» sono le valutazioni che giungono da via della Scrofa. E proprio questo ieri sera il premier e il suo vice avevano un programma di cenare assieme e di proseguire il colloquio in un dopocena. Entrambi infatti sono anche oggi a Strasburgo dove Berlusconi terrà il discorso di insediamento alla presidenza dell'Unione Europea: carica che conserverà per un semestre. Sei mesi durante i quali il Capo del governo non vuole screzi all'interno della sua maggioranza. E su questo punto Fini ha dato assicurazioni che non ci saranno strappi da parte di An. Ma sul resto, su tutto il resto, «siamo in alto mare» fanno sapere da Alleanza nazionale. «Ma i nodi si stanno sciogliendo» replicano collaboratori di Berlusconi. Ed è proprio questo il punto. Mentre Forza Italia e uomini vicini al premier esprimono ottimismo e ci tengono a sottolineare che le posizioni sono più vicine rispetto a qualche giorno fa, che insomma la mediazione di Berlusconi sta portando buoni frutti, colonnelli di An rispondo che nient'affatto, le distanze restano e si limitano a concedere che «s'è fatto qualche passettino in avanti». I punti al centro della discussione sono sempre gli stessi. Maggiore collegialità nelle scelte del governo, maggiore coinvolgimento di Palazzo Chigi nelle decisioni economiche, freno all'asse Tremonti-Bossi che condiziona le principali azioni del governo. Su tutto ciò Berlusconi ha detto al suo vice di essere pronto a coinvolgerlo di più, affidandogli una sorta di coordinamento delle politiche economiche. Anche se non è ancora giunta una proposta formale. Proprio per questo da persone vicine a Fini giungono segnali di disponibilità. Ma se fosse una partita a poker (e forse un po' lo è) quelli di In a questo punto vorrebbero «vedere». Vorrebbero insomma capire le reali intenzioni di Berlusconi e giungere ad una stretta. L'Udc ha passato la mano, ma solo per ieri sera. Il segretario del partito di Casini e Buttiglione, Marco Follini, infatti è anche lui a Strasburgo e oggi potrebbe avere un colloquio con Fini. Tra Udc e An c'è un particolare feeling in questi ultimi tempi, visto che tutt'e due i partiti sono d'accordo praticamente su tutte le richieste da fare al presidente del Consiglio e soprattutto sul limitare l'azione di Bossi e della Lega. E le ultime uscite del leader del Carroccio non hanno fatto altro che rinforzare l'asse destra-centristi della Cdl. E Bossi, di tutta risposta, continua sulla sua linea: giocare al rialzo. Ieri, tanto per cambiare, sulle frequenze di Radio Padania è tornato a cannoneggiare sull'Europa: «Non diventi dittatura che toglie diritti ai popoli». Non pago, ha tirato qualche colpo sull'immigrazione, e si è messo nuovamente di traverso sulla strada della riforma delle pensioni. Se c'è dunque una schiarita sulla strada della verifica, la situazione è ancora molto fluida e in movimento. E il quadro, tra appuntamenti continentali e non, va avanti con una verifica che è diventata «itinerante», tra Roma, Bruxelles e Strasburgo. F. D. O.

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