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Fini: le richieste di An restano ferme

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Per Buttiglione la verifica va fatta entro il primo luglio, inizio del semestre Ue

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Dopo la telefonata di giovedì notte, che ha mitigato i toni del Senatùr, ieri ha affrontato il vicepremier Gianfranco Fini. Anche qui, lungo colloquio telefonico che si conclude con la «comune volontà» di risolvere i problemi, tuttora aperti, posti da An. Altra telefonata è con il leader dell'Udc Marco Follini. Dovrebbero seguire prima un colloquio a due con Gianfranco Fini, e poi l'incontro collegiale della Cdl. Intanto, gli alleati si comportano con diplomazia. An, con il portavoce Mario Landolfi, definisce con molta cautela «possibile» la verifica, «se alle intenzioni di Bossi seguiranno azioni concrete». E l'Udc (che incassa le lodi del premier per la «tranquillità» mostrata in questo passaggio) può ben dire di aver visto lontano quando, nel suo congresso costitutivo, pose per prima l'esigenza di una aggiornamento radicale del programma di governo. Sulla tempistica, «al momento - dice il ministro Buttiglione - non è ancora stata fissata una data precisa per la verifica che comunque si terrà non prima del referendum di domenica e lunedì prossimi, ma non dopo l'inizio del semestre italiano di presidenza dell'Ue che comincia il primo luglio». E all'insegna della massima diplomazia sono anche le notizie fatte filtrare sull'andamento della conversazione fra premier e vicepremier. «Il Presidente del Consiglio - dicevano ieri sera a An - si è complimentato con Fini per il lavoro svolto nell'ambito della Convenzione e per il ruolo di primo piano avuto dal nostro Paese». Quindi «hanno concordato di incontrarsi la prossima settimana» per esaminare anche «i problemi sul tappeto relativi alla richiesta di una verifica programmatica». Nel corso del colloquio peraltro Fini avrebbe ribadito che le questioni sollevate dal suo partito restano ancora aperte, affermando allo stesso tempo di volerle affrontare con il premier con spirito costruttivo. Ieri su come dare più centralità al ruolo del vicepremier circolavano ipotesi. Fini potrebbe coordinare le politiche economiche e del lavoro, alla testa di un gruppo con i ministri di Lavoro, Tesoro, Attività Produttive, Politiche comunitarie e Infrastrutture. Oppure potrebbe far parte, insieme a Berlusconi, di un gruppo guida per le politiche europee durante il semestre di presidenza italiana. O ancora, guidare la delegazione italiana alla conferenza intergovernativa. Tuttavia sempre ieri da via della Scrofa si faceva anche sapere che Fini non avrebbe un particolare desiderio di impegnarsi sul fronte delle politiche economiche tout court. Intanto Berlusconi, in attesa del chiarimento dirimente con il suo braccio destro al governo, ieri ha pensato anche al partito: in ore e ore di vertice con Scajola, Cicchitto, Bondi e Alfano, ha compiuto una analisi dettagliata dei risultati delle amministrative, con l'occhio sulle europee del 2004, per le quali si vota col proporzionale puro e che quindi saranno un test politico veramente decisivo. D. T.

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