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«L'Europa deve cominciare a correre con le proprie gambe e non stare più dietro agli Usa»

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Ma che passi anche attraverso il recupero della dimensione politica dell'Europa. Se ne deve fare carico il governo italiano che sta per assumere il turno di presidenza della Ue. Antonio D'Amato ha appena incassato il via libera alla «straordinaria riforma» del mercato del lavoro che, dice, «tutta Europa ci invidia», ma non si ferma. Con il 1° luglio, che sancirà l'inizio del semestre Ue sotto l'egida italiana, l'«Europa dovrà cominciare a correre, con le proprie gambe», smettendola di «continuare a stare dietro agli Stati Uniti». La presenza a Santa Margherita Ligure - blindata per la manifestazione di sabotaggio dei no global - dove ieri si è chiuso il convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, del commissario Ue, Mario Monti, del ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, del segretario Ds, Piero Fassino, stimolano gli euro-ragionamenti del presidente degli industriali italiani che chiama il governo italiano a una grande scelta: «Si faccia carico - dice - di rilanciare la competitività in Europa. Il semestre di presidenza deve essere l'occasione per rilanciare un grande piano di azione, per rendere l'Europa più competitiva». Confindustria dice no al duopolio franco-tedesco in Europa, parla di «ricucire» lo strappo con gli Usa in chiave Iraq, insiste sulla necessità di mettere mano alla riforma delle pensioni. RIFORMARE LA PREVIDENZA - «Con la stessa responsabile determinazione con la quale il mondo sindacale e imprenditoriale hanno contribuito a riformare il mercato del lavoro - spiega D'Amato - credo che si possa affrontare anche il nodo della riforme delle pensioni». La riforma del mercato del lavoro «rappresenta una modernizzazione vera. Credo che si possa fare altrettanto bene anche sulla riforma delle pensioni. Occorre semplicemente lavorarci sopra senza demagogia e senza dogmi». L'EUROPA SUPERI LE FRATTURE - I lavori della Convenzione «sono deludenti», è l'amaro commento di D'Amato alla Costituzione europea. «L'Italia ha molto da fare» e ha grandi responsabilità nel dover cercare di risolvere le fratture e le questioni fondamentali che oggi dividono il Vecchio continente. Il risultato di «compromesso» che si sta profilando a Strasburgo non piace agli industriali: anzichè litigare sulla forma istituzionale, dice D'Amato, «sarebbe meglio accorciare le distanze tra istituzioni e cittadini. Il semestre è un'occasione per farlo». L'ITALIA RIUSCIRÀ SE RISOLVERÀ I PROBLEMI INTERNI - «L'Italia ha molto da fare nei prossimi mesi, sia in vista del semestre Ue, sia a casa propria. Quanto più riusciremo a risolvere i problemi interni tanto più sapremo farlo fuori». Il percorso riformistico in Italia «è cominciato. Si deve recuperare però un clima politico di serenità. Perchè, nonostante le riforme siano state avviate, siamo solo a metà percorso». ART.18 - Il referendum, ripete, è «primitivo» e va combattuto «non andando al mare, ma attraverso l'astensione militante». È un referendum che «non è giusto e va contestato. Certamente, assolutamente gli italiani non lo vogliono. Siamo per il doppio no: no al quesito referendario, no alle urne». TREMONTI BIS - È una mossa elettorale, chiude D'Amato, che non di dice stupito delle perplessità espresse da Monti: «Questa Tremonti-bis non risponde ai parametri di compatibilità europea». PRONTI ALLA FIRMA CON CGIL-CISL-UIL - «Oggi i punti di contatto con le forze sindacali su Mezzogiorno, infrastrutture, ricerca e innovazione sono superiori a quelli che in passato ci dividevano» e per questo D'Amato guarda con ottimismo alla chiusura dell'accordo: «Ci auguriamo nei prossimi giorni la firma».

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