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1° Maggio, sindacati divisi dall'art.18

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L'Ulivo si spacca in tre: oltre ai «sì» e ai «no» anche libertà di voto

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18 su cui il partito della Quercia e l'Ulivo sono spaccati. È sempre più probabile che il segretario Piero Fassino proponga la libertà di voto. Una ipotesi che è contrastata dal correntone Ds. E che ha indotto il segretario di Prc Fausto Bertinotti, uno dei promotori del referendum, a rivolgere un appello ai Ds, a Sergio Cofferati ed a tutto l'Ulivo affinchè si schierino a favore del sì al referendum. Se vincerà il sì, è il messaggio che Bertinotti ha inviato al Centrosinistra, sarà la prima sconfitta di Berlusconi e costituirebbe una importante occasione per il rilancio dell'opposizione. La segreteria Ds sembra quindi decisa a non prendere posizione sul referendum. Potremmo non dare indicazioni di voto, ha confermato il responsabile economico del partito Pierluigi Bersani e «per non bere questa minestra le forme possono essere le più diverse». Quanto alla richiesta di un'assemblea nazionale dell'Ulivo sostenuta dalla Margherita, Bersani risponde con un laconico «ne discuteremo». Cesare Salvi del correntone è invece contrario contrario perchè a suo parere «l'indicazione naturale per tutte le forze della sinistra davanti ad un referendum del genere deve essere il sì». Secondo Salvi quello in discussione non è affatto un referendum massimalista. Fassino potrebbe quindi «tranquillamente votare sì». Contrario alla libertà di voto è il leader della corrente liberal Enrico Morando. La ritiene la soluzione peggiore perchè metterebbe a nudo «l'irrilevanza del partito e sancirebbe la sua inutilità». Morando, anche se favorevole al no, preferirebbe una battaglia aperta e motivata per l'astensione. Il responsabile economico della Margherita Enrico Letta insiste però nel chiedere che venga convocata l'assemblea nazionale dell'Ulivo perchè occorre una decisione comune della coalizione su un problema che non può riguardare i singoli partiti del Centrosinistra. Quanto all'ipotesi della libertà di voto che sarebbe lasciata dai Ds, Letta si è detto «deluso». La Margherita è contraria al referendum: decideremo più avanti, ha detto Letta, se votare no o non andare a votare. Il Pdci ed i Verdi hanno già deciso: sosterranno il sì al referendum. L'Udeur è invece per il no. Mastella chiede che si riunisca un vertice dell'Ulivo. Si attende intanto che sia la Cgil che Sergio Cofferati prendano una decisione ufficiale e definitiva. La Cgil è orientata verso il sì mentre Cofferati sarebbe favorevole alla libertà di voto. Quest'ultima ipotesi ha provocato contrasti all'interno dell'associazione «Aprile» di cui Cofferati è copresidente. Per Giorgio Mele e Luciano Pettinari, membri del direttivo, sono «paradossali» le voci che attribuiscono a Sergio Cofferati l'intenzione di non schierarsi a favore del sì. Anche Bertinotti si dice stupito perchè una posizione del genere contrasterebbe con il programma politico di Cofferati e con quello dei Ds. Lasciare libertà di voto, secondo Bertinotti, sarebbe come dire che i Ds non esistono e «si autocancellano dalla contesa programmatica». E questo accadrebbe, sottolinea Bertinotti, nel momento in cui il sì della Cgil renderebbe possibile una vittoria della sinistra.

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