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«Arrivano i nostri». Ma nulla è deciso

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I militari italiani si preparano a partire per l'Iraq in attesa del via libera

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Varie le ipotesi prese in esame, la decisione finale dipenderà dal compito assegnato: lo scenario prevede innanzitutto una missione di scorta e sicurezza per i convogli umanitari come già avvenuto in Albania per l'operazione «Alba», all'esame anche un eventuale impegno di addestramento e ricostituzione delle istituzioni politiche e di polizia irachene sul modello delle «Die» (delegazione italiana esperti) nei Balcani e della stessa Isaf a Kabul. Dato il contesto post-bellico, il contingente sarà accompagnato da adeguate aliquote di personale con compiti di «force protection». Un'altra ipotesi (al momento ritenuta molto meno probabile ma non del tutto esclusa) prevede l'eventuale ripartizione del Paese in aree di competenza per vari contingenti multinazionali, sulla base dell'esperienza maturata in Kosovo con il contingente K-for. Il tutto in un quadro di impegno generale volto a ripristinare con gli uomini del Genio strade, ponti, linee elettriche e ferroviarie e dare così un contributo concreto alla ricostruzione. MARINA — La Marina fornirà una nave da trasporto per il supporto logistico e sanitario, incaricata tra l'altro — ha anticipato il ministro degli Esteri Franco Frattini — di trasferire sul posto l'ospedale della Croce Rossa. La scelta cadrà su un'unità tra il «San Giusto» e il «San Giorgio» (la terza nave anfibia d'assalto San Marco è attualmente sottoposta al ciclo di controlli periodici di manutenzione). Sull'unità saranno imbarcati da tre a cinque elicotteri Sh3d o Ab412. Uno o più probabilmente due cacciamine della flotta italiana, tra i dodici in attività della classe «Lerici», dovrebbero essere impiegati nella bonifica delle mine che infestano il porto iracheno di Umm Qassr. ESERCITO — Un ruolo fondamentale sarà svolto dagli sminatori dell'Esercito, esperti nell'attività di bonifica degli ordigni esplosivi. Del contingente dovrebbero far parte anche gli specialisti delle trasmissioni del Reggimento «Leonessa». Potrebbero essere impiegati anche gli esperti in contromisure Nbc (la minaccia nucleare, biologica e chimica) del reggimento «Cremona», con sede a Civitavecchia, già inviati anche in Afghanistan. Ma fondamentale sarà il contributo del Genio per la ricostruzione delle infrastrutture (strade, ponti, ferrovie, rete elettrica, acquedotti). Il nucleo del contingente di terra sarà composto da bersaglieri della Brigata Garibaldi o dai parà della Folgore. CARABINIERI — L'Arma potrebbe schierare il Gis, gruppo di intervento speciale, il primo reggimento paracadutisti Tuscania di Livorno, il settimo reggimento «Trentino» di Laives (Bz) e il tredicesimo reggimento «Friuli» di Gorizia: in tutto 4-500 carabinieri della seconda brigata mobile, la componente operativa dell'Arma specializzata nelle missioni all'estero. AERONAUTICA — Per l'Aeronautica si prospetta un possibile contributo diretto alla missione umanitaria con gli aerei da trasporto C-130 e, forse, G-222. Il ponte aereo potrebbe avvalersi anche del distaccamento di stanza negli Emirati Arabi Uniti, utilizzato in questi mesi per le operazioni Isaf ed Enduring Freedom in Afghanistan. Ancora da decidere l'eventuale invio di una componente elicotteristica. CORPI SPECIALI — Probabilmente sarà riproposto il modello assicurato dai carabinieri in Bosnia e in Kosovo con le unità multinazionali Msu. Potrebbe essere in prima lina dunque contro saccheggi e altre attività illecite. Il contingente italiano sarà composto da carabinieri, sminatori, esperti per la prevenzione biologica, nucleare e chimica, nuclei Eod per la bonifica degli ordigni esplosivi, personale militare sanitario, tecnici del Genio per la ricostruzione, reparti dell'Esercito (il nucleo del contingente di terra sarà composto da bersaglieri della Brigata Garibaldi o da parà della Folgore), della Marina e dell'Aeronautica militare. È possibile anche l'impiego di co

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