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L'indultino rischia di affondare Stop al Senato. Castelli prepara provvedimento sfollacarceri

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La bocciatura dell'articolo 1 ha di fatto respinto l'intero provvedimento visto che il primo articolo era strettamente correlato a tutti gli altri. Contro, anche se con motivazioni diverse hanno votato An, Ds e Verdi, creando una sorta di doppia frattura trasversale nei due poli. An era contraria e basta al provvedimento. Una parte dei Ds e Verdi volevano invece tornare al testo originario della Camera. Alla riunione della Commissione non era però presente nessun esponente della Lega che, come An, non ha mai fatto mistero di essere contraria a qualsiasi provvedimento di clemenza. Il provvedimento andrà comunque avanti visto che l'organismo ristretto era chiamato solo a dare un parere. E malgrado il suo no l'indultino andrà all'esame dell'aula di Palazzo Madama dopo il 6 aprile come deciso alcune settimane fa dalla conferenza dei capigruppo. Soddisfazione per la bocciatura della legge è venuta dal partito di Fini. Per il capogruppo in Commissione Giustizia del Senato, Luigi Bobbio, «siamo in presenza di un successo di An e di quanti insieme a noi si sono opposti ad un provvedimento estremamente pericoloso per il bisogno di sicurezza degli italiani». Per il suo omologo dei Ds Guido Calvi invece nulla è pregiudicato in quanto in Aula si ricomincerà da capo. «Questo voto - ha detto - ha fatto emergere le ambiguità del testo proveniente dalla Camera e ha bocciato alcuni profili di incostituzionalità che erano stati superati a Montecitorio». Contro questa impostazione si è scagliato Luigi Vitali, capogruppo di Forza Italia nella Commissione che ha definito «inaffidabile e strumentale» l'atteggiamento dei Ds: «Quanto si è verificato è raccapricciante. L'affossamento dell'indultino rappresenta uno sfregio agli appelli del Santo Padre». Per Ayala (Ds) e Cirami (Udc) adesso si fa strada una nuova ipotesi: abbandonando la «confusa norma» si può valutare di dare il via libera ad «un vero e proprio indulto». Ora si attende il verdetto dell'Aula. Intanto il ministro della Giustizia Roberto Castelli, stando alle indiscrezioni, potrebbe presentare ad uno dei prossimi Consigli dei Ministri un disegno di legge per lo sfollamento delle carceri. Il provvedimento potrebbe prevedere per i detenuti che devono ancora scontare una pena non superiore a tre anni, anche se si tratta di un residuo di pena, l'ammissione a svolgere un lavoro civico non retribuito. Un giorno di lavoro corrisponderebbe a due giorni di pena.

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