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MENTRE LA MARGHERITA REAGISCE

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Il Cinese detta le condizioni per l'assemblea dell'Ulivo

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Poco prima, il leader del Pdci Diliberto, intervenendo all'assemblea della nuova organizzazione, ha chiesto che chi ha l'egemonia del rapporto con i movimenti faccia subito il primo passo verso «una nuova leadership». In questa situazione, anche se tutti in Aprile hanno continuato ieri e l'altro ieri a negare che si intenda dar vita a un nuovo partito, il leader dei Ds Fassino sembra ugualmente continuare a sentire qualcosa di simile al fiato di un concorrente sul collo. E ieri, in vista dell'assemblea programmatica dei Ds che si svolgerà a Milano dal 4 al 6 prossimi, ha reagito diffondendo ampi stralci del documento, articolato in 17 capitoli, che sarà al cento dell'assise milanese e che è stato battezzato il «Manifesto per l'Italia». Sergio Cofferati sull'assemblea dell'Ulivo conferma così la sua posizione: «Se dovessero decidere per un'assemblea che affronta problemi organizzativi, definisce organigrammi e vota sulle scelte di regole e persone, cosa legittima ma diversa da quella che ho sempre auspicato, non parteciperò». «So che ci sono opinioni diverse tra le forze politiche che dovrebbero promuoverla, vedremo — dice Cofferati — cosa decideranno». Ma «il mio interesse — chiarisce — è per una discussione che affronti temi di merito, non l'ho mai nascosto». E soprattutto, aggiunge, «interesserebbe anche me» nel caso in cui si trattasse di «un'assemblea che avvia un processo aperto di rapporto con movimenti ed ha come obiettivo la discussione di merito». Quanto alla sintesi fra partiti e movimenti, così la vede il «Cinese»: toccherà, dice, «alla politica in una dimensione più vasta. Non nei singoli partiti ma in un nuovo schieramento: l'Ulivo e l'insieme delle forze politiche che dovranno contendere il consenso dei cittadini a chi oggi malamente governa il Paese». Dalla Margherita reagisce Enzo Carra: «L'assunzione da parte di Cofferati di dirette responsabilità politiche», dice, è «un elemento di chiarezza. Non dovremo più confrontarci con un esponente della società civile ma con un autorevole dirigente politico». Ma a questo punto, aggiunge, «per noi è essenziale un chiarimento con i nostri compagni di strada. E probabilmente dovremo registrare una convergenza migliore e più efficace con chi ha del riformismo la nostra stessa visione che non sempre è quella di Aprile e di Cofferati». D. T.

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