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Rai, è già polemica sul nuovo direttore Rumi, astenuto: «Con più tempo avremmo allargato la rosa e trovato qualche fiore». Difende Biagi e Santoro

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Ieri giornata di commenti all'indomani di un sofferto CdA. «Prima di parlare è meglio mettersi a lavorare», si limita a dire Flavio Cattaneo, nuovo direttore generale della Rai. Facendo intendere che saranno i fatti a parlare. Il più giovane dg nominato a Viale Mazzini, visto che compirà quarant'anni a giugno, una rapida e lusinghiera carriera di manager pubblico e non alle spalle, è anche il primo a essere stato scelto senza il voto favorevole del presidente della Rai. L'altra sera infatti Lucia Annunziata e il consigliere Giorgio Rumi si sono astenuti sul suo nome, la prima per prendere le distanze da un candidato comunque imposto dal centrodestra, e che vuole ora attendere alla prova dei fatti. Il secondo perché avrebbe preferito un metodo diverso e una «maturazione» della discussione nel Cda che potesse portare a un voto unanime. Sia Lucia Annunziata che Rumi chiariscono però di non avere alcun preconcetto giudizio personale contro Cattaneo. «Io ho l'impressione che sia un'indicazione di tipo partitico e questo mi ha lasciato molto perplesso perchè avevo capito, forse ingenuamente, che questo metodo del 4+1 tendeva un po' ad emarginare i partiti. Nel consiglio di amministrazione infatti siamo tutti di area, ma nessuno è di partito - spiega il consigliere Rumi -. È andata così, ma non è una cosa drammatica anche se il metodo è stato un po' affrettato». Ma Biagi e Santoro? ««Ho già detto che sono contrario ad ogni ostracismo, sono metodologicamente contrario» ha ribadito Rumi. L'opposizione però protesta, dicendo che Cattaneo non è un direttore di garanzia, ma un uomo di fiducia della famiglia Berlusconi, hanno fatto notare i giornalisti. «Io esco a mani nette perchè in questa strada non voglio entrarci. Non voglio che qualcuno mi dica "tu hai nominato uno della famiglia". Io non l'ho nominato» è stata la risposta di Rumi al quale è stato chiesto chi ha proposto il nome di Cattaneo: «Il Tesoro, a norma di legge. Quando la presidente Annunziata si è recata ufficialmente, è venuto fuori solo un nome, il suo. Il meccanismo è stato questo - ha spiegato Rumi - loro ci hanno detto dovete fare una rosa, noi ne abbiamo fatta una in cui c'era anche questo nome e loro hanno detto questo nome ci va bene. Il nome c'era perché lo avevano fatto due consiglieri, ma per discrezione ovviamente non dico chi. Se avessimo avuto più tempo avremmo potuto allargare la rosa, fare un'opera di giardinaggio - ha concluso Rumi ironicamente - e trovare qualche fiore». Forza Italia e An difendono a spada tratta la scelta fatta. «Un manager giovane e di grandi capacità professionali, la migliore garanzia di serietà e di efficienza per il futuro della Rai», si rallegra il portavoce azzurro Sandro Bondi. Ma Umberto Bossi conferma l'appello ai militanti leghisti per la festa del 5 aprile dal titolo «Raidue a Milano». Perplessità e riserve su Cattaneo viene dall'Udc, che gli augura comunque buon lavoro. Per la Margherita l'elezione del presidente ha dimostrato che «la Rai ha un vertice a sovranità limitata». «Sono partiti col piede sbagliato» dichiara il leader verde Alfonso Pecoraro Scanio. Fabrizio Morri, responsabile Informazione dei Ds, auspica che il dg «vorrà contribuire al rilancio dell'autonomia della Rai con segnali visibili di discontinuità rispetto alla gestione fallimentare di questi mesi».

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