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Per le scelte del governo sul lavoro contestazione sociale crescente guidata dalla Cgil

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Secondo l'Osservatorio previsionale anche in Italia insostenibilità finanziaria tra 5 anni Paesi Ue, incombe la «bomba» previdenziale

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È una delle previsioni contenute nel Rapporto «Convergenza, coesione e sviluppo nelle politiche attive del lavoro in Europa», presentato nella due giorni di lavoro della terza edizione di Ergon 2003 (l'osservatorio previsionale sulle politiche del lavoro nato dalla collaborazione tra Italia Lavoro e S3.Studium). Del gruppo di esperti fanno parte Sergio Arzeni, Dolores Cano Ratia, Giuliano Cazzola, Innocenzo Cipolletta, Alain Jecko, Rody Molloy, Giuseppe Pennisi, Maria Paola Potestio, Stefano Zamagni. Secondo il Rapporto (il cui scenario si riferisce al periodo 2003-2007), inoltre, la situazione occupazionale italiana non subirà nel breve termine peggioramenti, ma difficilmente il nostro Paese riuscirà a centrare gli obiettivi di Lisbona. E poi il referendum sull'art.18 raggiungerà il quorum, ma il suo effetto sul quadro politico «risulterà smorzato». Secondo il rapporto, la bomba previdenziale potrebbe rappresentare il grimaldello per la revisione in senso neo-liberale delle politiche del lavoro. L'Italia, nonostante l'elevato stock di debito pubblico - dicono gli esperti - metterà in atto, sul versante delle pensioni, politiche simili al resto dei Paesi dell'Ue. Farà scuola il Paese che per primo riuscirà ad intervenire in maniera risolutiva sulla bomba previdenziale. Questo Paese, tuttavia, - sempre secondo il Rapporto - non sarà la Germania. «Il governo Schroeder - è scritto nel report - non sarà in grado di costringere le parti sociali ad accettare il piano per la riforma del mercato del lavoro, con interventi radicali sulle pensioni». Nel settore privato l'impatto occupazionale delle nuove forme contrattualistiche tenderà a crescere in misura progressivamente più lenta, raggiungendo una sorta di tetto. Con il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, sarà proprio in quest'ambito che si affermerà il ricorso a forme di lavoro alternative. Le scelte del governo sul terreno del lavoro saranno oggetto di una contestazione sociale crescente, guidata dalla Cgil. Da qui al 2006 le relazioni sindacali funzioneranno con l'autoesclusione della Cgil. Saranno difficili però rotture clamorose, anche in occasione del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Quanto alla Confindustria, gli esperti prevedono che «tenderà a giocare un maggior ruolo nella scena politica nazionale». «Supererà - prevedono - l'attuale fase strategica, evitando nei prossimi anni di appiattirsi sulle posizioni governative». Secondo la ricerca il referendum sull'art.18 accentuerà le divisioni tra i sindacati e nello schieramento di centro-sinistra. Il referendum raggiungerà il quorum. Ma la partita sarà tutta politica, una strumentalizzazione che esulerà dagli interventi costruttivi sul mercato del lavoro.

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