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Carlo Verdone si smarca dalla censura ProPal a Venezia: "Nomi aggiunti dopo"

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"Mi hanno messo in mezzo" perché nell'appello di attori e registi su Gaza i nomi di Gerald Butler e Gal Gadot, per tenerli fuori dalla Mostra del Cinema di Venezia, "sono stati "aggiunti in un secondo momento". Lo dice Carlo Verdone in una intervista al Corriere della sera in cui ammette: "Diciamo la verità, mi hanno messo in mezzo". Insomma, il regista e attore romano non è per la censura: "Mi ha chiamato Silvia Scola, la figlia di Ettore Scola, chiedendomi se volevo firmare un appello contro quello che sta accadendo a Gaza, che va condannato in tutti i modi, nell’ambito della Mostra (...) E ho firmato. In un secondo momento i promotori pro Palestina hanno aggiunto i nomi di quei due attori".

 

Verdone ribadisce: "Non sono d’accordo nell’escludere gli artisti. Anche all’inizio della guerra in Ucraina ricordo il boicottaggio verso i tennisti russi. Ma cosa c’entravano loro? Sono sportivi, non militari né politici, giocano a tennis". Ai colleghi dice che "gli attori non possono diventare il tribunale dell’Inquisizione" anche se "non si possono chiudere gli occhi su ciò che sta accadendo a Gaza. So che Toni Servillo, anche lui tra i firmatari, si è ravveduto". 

 

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