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Lo stalking di Boccia. I pm: "Così Sangiuliano ebbe pensieri suicidi"

Rita Cavallaro
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I trentatré episodi di stalking del Boccia-gate, culminato nelle dimissioni da ministro di Gennaro Sangiuliano. Dallo squarcio sulla fronte dopo un litigio alla coercizione di andare in bagno con la porta aperta, passando per l’obbligo a dormire da solo in un B&B per il gusto di far abbandonare all’ex ministro il letto coniugale. E ancora la gravidanza inventata, l'accesso remoto al cellulare e le minacce di rivelare tutto alla moglie e all'opinione pubblica. Sembrano un copione dell’holliwoodiano film Attrazione Fatale le 12 pagine del provvedimento di chiusura delle indagini contro l’imprenditrice pompeiana Maria Rosaria Boccia, assurta a idolo della sinistra per quella liaison con il titolare della Cultura, strumentalizzata per mettere in difficoltà il governo Meloni.

Un teatrino mediatico dietro al quale, però, c’è la commissione di reati gravissimi per la Procura di Roma, pronta a chiedere il processo per la Boccia: stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni dell’ex titolare della Cultura, di sua moglie Federica Corsini e del capo di gabinetto Francesco Gilioli.

 

Boccia, «con condotte reiterate ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale rivolte verso Sangiuliano», si legge nelle carte, «con cui intratteneva una relazione affettiva extraconiugale, cagionava nello stesso un perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi, in modo tale da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita, compromettendone la figura pubblica, inducendolo a rassegnare le dimissioni dalla carica istituzionale, ad evitare i luoghi abitualmente frequentati, limitare le uscite private e pubbliche o le partecipazioni a convegni o viaggi istituzionali e privati», scrivono i magistrati. Che ripercorrono cronologicamente le 33 condotte contestate alla Boccia dal maggio 2024 al 18 aprile 2025, iniziate con la richiesta di una nomina fiduciaria del ministro.

Tra gli episodi più gravi l'aggressione a Sanremo del 16 luglio 2024, quando, dopo essersi fatta promettere da Sangiuliano che avrebbe tolto la fede nuziale del matrimonio con la Corsini, «lo bloccava per motivi di gelosia nella di lei stanza d'albergo impedendogli di uscire, lo aggrediva graffiandolo sulla fronte», si legge in riferimento all'accusa di lesioni personali per la profonda ferita di 9,5 centimetri inferta all'allora ministro. A quel punto «lo costringeva a defecare con la porta aperta e davanti a lei». Il 3 agosto scorso l’annunciazione. I magistrati ricostruiscono come Boccia, in quella data, avesse informato Sangiuliano della gravidanza garantendogli che fosse lui il padre. Il 6 agosto lo aveva contattato all'alba, intimandogli di uscire a prendere un caffè e di chiamarla entro dieci minuti, altrimenti avrebbe telefonato alla moglie per svelarle la relazione.

Poco dopo Boccia pubblicava il messaggio con la velata minaccia: «Ricordati che la vita è come un ristorante: nessuno se ne va senza pagare". E quella notte "a titolo punitivo per essere stato in visita istituzionale in Egitto con la moglie», scrivono i pm, «gli imponeva di dormire fuori casa alloggiando da solo in un B&B a Roma scegliendo cosa dovesse mangiare, costringendolo a mentire alla coniuge, alla quale doveva dire che si sarebbe recato a Napoli».

Il 9 agosto il titolare della Cultura aveva dovuto «tenere aperta telefonicamente la conversazione con lei mentre lui confessava alla moglie il tradimento». Un litigio che l'imprenditrice di Pompei ha registrato per procurarsi materiale sulla coppia, da cui è derivata anche l’accusa di interferenze illecite nella vita privata. Infine da settembre Boccia è partita con la divulgazione, prima sui social e poi alla stampa, di notizie, praticamente false, sulla relazione con il ministro, sulla sua nomina saltata e sulle spese per le trasferte pagate con i soldi pubblici. Falsità che hanno spinto il produttore seriale di esposti contro il governo, Angelo Bonelli, a far scattare un'inchiesta per peculato contro Sangiuliano, archiviata pochi mesi fa.

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