
Sangiuliano, l'ex ministro da Parigi : ''Ho pensato al suicidio, forse sarei dovuto rimanere giornalista''

Da Parigi, dove oggi è corrispondente Rai, Gennaro Sangiuliano rompe il silenzio sul periodo più buio della sua carriera e della sua vita personale. In una lunga intervista concessa a Il Foglio, l’ex ministro della Cultura del governo Meloni racconta senza reticenze il dolore e la solitudine vissuti dopo lo scandalo Boccia, che lo ha travolto e costretto a dimettersi dalla prestigiosa poltrona di via del Collegio Romano, oggi occupata da Alessandro Giuli.
«A un certo punto ho pensato al suicidio. Avevano costruito un mostro, una figura da abbattere», confessa con lucidità. Parole che restituiscono il peso di settimane drammatiche, in cui – racconta – la gogna mediatica e il fuoco incrociato delle accuse hanno travolto non solo il politico, ma anche l’uomo.
Alla domanda sul futuro politico, Sangiuliano tenta di chiudere il discorso: «Con la politica ho chiuso. Basta». Ma poi ammette: «Nella vita, mai dire mai». Un’apertura che alimenta le voci su un possibile ritorno in campo alle prossime elezioni regionali in Campania, dove Fratelli d’Italia lo vorrebbe capolista. Lui conferma che l’offerta c’è stata, ma assicura di aver rifiutato: «Me l’hanno chiesto, ma ho detto no».
L’intervista si muove tra confessioni intime e bilanci amari. «Forse non avrei dovuto fare il ministro, ma restare giornalista. Stavo meglio», riflette Sangiuliano. E aggiunge un rimpianto personale: «A volte penso che sarebbe stato meglio seguire i miei amici del liceo e diventare medico, come loro. Sarei stato un bravo medico, credo. Non avrei avuto nulla a che fare con Roma e con i Palazzi».
Tra i momenti che segnano il suo pentimento, cita l’intervista concessa al Tg1 con Gian Marco Chiocci poco prima delle dimissioni: «Non la rifarei». Fu un’intervista imposta? «No comment. Voglio rimuovere tutto», taglia corto, facendo riferimento ai consigli ricevuti dagli psicologi che lo stanno aiutando a superare il trauma: «Mi hanno detto di rimuovere. E così sto facendo. O almeno ci provo».
Sul suo successore alla Cultura, Alessandro Giuli, Sangiuliano non si nasconde dietro diplomazie: «È più bravo di me. Si sa fare concavo».
Eppure, nonostante il dolore e i rimpianti, il futuro potrebbe non essere del tutto lontano dalla politica. Nella sua Campania si vocifera di una possibile candidatura, non da governatore ma da capolista di Fratelli d’Italia, in vista delle Regionali. Sarebbe una corsa da “soldato”, come lui stesso la definisce, utile a ricostruire il consenso in attesa delle Politiche del 2027.
Per ora, però, Sangiuliano osserva da Parigi, lontano dai riflettori italiani. Ma, come ripete lui stesso, «mai dire mai».
Dai blog

Lazio, l'abbonamento è un atto d'amore


I ricordi di Roy Paci: "L'estate con Fiorello nei villaggi turistici"


Lazio, pochi ritocchi e l'ok di Sarri alla rosa
