
Morte di Liliana Resinovich, Visintin è tornato a Trieste: "Non mi nascondo". Il caso dei coltelli

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, dopo la mini-vacanza in Austria, ieri sera è tornato a Trieste. L'uomo dalla scorsa settimana è indagato per l'omicidio della moglie trovata morta nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico il 5 gennaio 2022, una ventina di giorni dopo la scomparsa. "Non sto bene - ha detto oggi alle telecamere di Mattino 5 su Canale 5 -. Ero in montagna, sono andato a trovare amici, siamo stati insieme e mi sono riposato e ora sto facendo i miei lavoretti di arrotino. Il tempo era brutto e non sono potuto andare in bicicletta". Riferendosi alle indagini, ha chiarito ai numerosi giornalisti che questa mattina stazionavano davanti alla sua casa di San Giovanni, di rimanere "a disposizione. Io non mi nascondo" spiegando anche che i coltelli scoperti nell'auto di Liliana dalla Polizia "non sono suoi" ma di un vicino di casa. Durante la perquisizione domiciliare infatti le forze dell'ordine avevano sequestrato centinaia di coltelli. “Liliana mi manca, mi manca tanto, tanto. Sono tre anni e mezzo quasi che sto vivendo da solo. Non è una cosa semplice… Non lo auguro a nessuno. Io ho problemi col cuore, c’è la sofferenza che mi sta dando qualche problema, perché è una tensione, la mancanza di mia moglie, tutte queste cose che vengono dette, veramente fanno molto male”, ha concluso.
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In mattinata Visintin ha incontrato i suoi difensori, i quali hanno riferito che dal punto di vista legale non ci sono novità e che sono in attesa di sviluppi. Ci potrebbero essere nei prossimi giorni quando Visintin dovrebbe essere convocato in Procura per essere interrogato dal Pm titolare del fascicolo che lo riguarda, Ilaria Iozzi, accompagnato dai suoi legali Paolo e Alice Bevilacqua. Intanto il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, oggi ha deciso di denunciare all'Ordine dei medici i due consulenti della Procura per i troppi errori commessi nel corso del primo esame di medicina legale effettuato sul cadavere della donna. "Chi sbaglia - ha detto - deve pagare".
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