Mattino Cinque, “non ha violato nulla”. L'avvocato di Stasi e il documento clamoroso su Le Iene
Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, è stato ospite della puntata del 10 aprile di Mattino Cinque ed ha risposto alle domande della conduttrice, Federica Panicucci, in merito a quanto emerso ieri nell’udienza in cui la Procura generale di Milano, con la sostituta pg Valeria Marino, ha chiesto il "rigetto" della richiesta della semilibertà avanzata dal condannato definitivo per l'omicidio di Chiara Poggi. Il motivo? Un’intervista a Le Iene sugli ultimi sviluppi del delitto di Garlasco. Il legale chiarisce tutto: “Come lei sa io non amo le polemiche, perché lavoro 18 ore al giorno non ho il tempo di farne. Lo spieghiamo facilmente. Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, chi firma è il massimo controllore del comportamento di Alberto Stasi, questo documento noi sapevamo che sarebbe arrivato, per rispetto ieri non ne abbiamo parlato finché non è arrivato, perché questo è andato al tribunale di sorveglianza, non a noi, e per rispetto di chi l'ha firmato non abbiamo parlato, credo che il testo sia molto chiaro”, dice De Rensis commentando la nota del direttore del carcere di Bollate in cui viene messo nero su bianco che Stasi era in un permesso premio e “non si sono rilevate pertanto infrazioni alle prescrizioni”.
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De Rensis poi prosegue: “Il direttore del carcere sapeva che c'era l'intervista, sapeva dove sarebbe stata fatta e quindi Alberto Stasi ha fatto ciò che doveva fare. Questa autorità per prima rileva se il detenuto compie qualcosa che non deve compiere. Il diniego o il parere negativo della procura generale avviene il 90 per cento delle volte che si chiede un beneficio. Noi avvocati non siamo sorpresi, come spesso accade che un pubblico ministero chieda dieci anni di galera e poi l'imputato venga assolto”. “Questo documento chiarisce tutto, poi la semilibertà può essere negata o concessa, ma non è questo il punto dirimente, perché Alberto il 22 marzo non ha violato nulla. Lo dice quel documento non io”, la chiosa del legale di Stasi.
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