Coffee Break, Vittorio Parsi: "Dalla Russia nessun segnale". Doccia fredda sull'Ucraina
Riflettori sul futuro dell'Ucraina. Se ne parla durante la puntata di Coffee Break del 16 maggio. Ospite in studio è il professor Vittorio Parsi che svela la reale entità della situazione a più di due anni dall'inizio del conflitto in Ucraina.
Polemica di Sottocorona sul Ponte sullo Stretto: “Le navi da crociera...”
"Siamo di fronte a una radicalizzazione molto forte della lotta politica in Europa. È inevitabile che in presenza di un conflitto esistenziale per l'Europa come quello in Ucraina ci siano conseguenze sull'abitudine a convivere con un livello di violenza che influenza i dibattiti, le posizioni e i comportamenti. Non ci sono segnali da parte russa di voler aprire una trattativa che non sia quella della ratifica degli obiettivi di guerra di Putin. Il problema principale nel trattare con la Russia è che, quando pensiamo a una forma di possibile accomodamento o di negoziato per sospendere le ostilità, questo negoziato non può ratificare il comportamento violento. Se per arrivare alla sospensione del conflitto bisogna passare dal fatto che Putin si tiene tutti i territori che ha occupato, che l'Ucraina è costretta a una situazione di neutralità garantita da chi? Da nessuno perché nessuno ha mai garantito i confini ucraini. Se si condiziona il futuro delle libere scelte del popolo ucraino, tutto questo non si chiama pace ma resa.