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Capezzone smaschera il gioco della sinistra sul patriarcato islamico: "Occhi bendati"

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In alcuni Paesi di cultura islamica la donna continua a essere considerata una cittadina di serie b e a subire soprusi da parte dell'uomo. Una scena che ha fatto indignare una certa fetta dell’opinione pubblica è stata quella legata alla festa di fine Ramadan. Recintate, come animali in gabbia, le donne sono state immortalate lontane dagli uomini ed escluse dalle attività previste. La questione è stata nuovamente lanciata sul tavolo del dibattito da Paolo Del Debbio, che da tempo dedica spazio al tema per provare a capire se si tratti o meno di una deriva dei valori e della libertà. Ospite in studio, sull'argomento è intervenuto Daniele Capezzone. "Vale nella vita privata e vale in quella pubblica. La cosa peggiore che uno possa fare, quando c'è un problema grosso, è negarlo. Noi possiamo consolarci e dire che il problema non c'è, ma credo che questo sia un grande inganno": è stato l'amaro esordio del direttore editoriale di Libero. 

 

 

"In primo luogo nei confronti di centinaia di migliaia di donne, di madri, di figlie, di sorelle a cui si sta ora rovinando la vita. Io penso che sia molto più serio e anche più rispettoso degli islamici da bene guardare le cose negli occhi. È pieno di padri violenti, di mariti oppressori, di donne segregate e costrette e di persone che si rovinano la vita", ha spiegato il giornalista. "Non dobbiamo accettarlo, dobbiamo denunciarlo", ha continuato rivolgendosi anche al pubblico. Poi Capezzone ha tirato in ballo la sinistra: "Lo dico senza polemica ai rappresentanti della cultura progressista: come si fa a essere così schizofrenici? Ci fate una testa così contro il patriarcato in Italia e poi quando c'è un patriarcato così altrove vi bendate e vi chiudete gli occhi? Ci fate una testa così con i principi di laicità, che condivido, per il cristianesimo e poi quando si parla di Islam bisogna fare il Ramadan tutti insieme?", ha domandato concludendo. 

 

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