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Dritto e rovescio, le borseggiatrici "fanno bene a rubare". Il graffio di Del Debbio...

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Gabriele Imperiale
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Furti su furti. Mezzi di trasporto pubblico tra Roma e Milano presi d’assalto giornalmente da borseggiatrici scatenate e fuori controllo. Un turista, un pendolare, un semplice cittadino – a qualsiasi ora – corre il rischio di essere derubato in un clima generale di insicurezza e impunità. Lo testimonia Paolo Del Debbio che con i suoi cronisti ogni giorno fa il giro delle metropolitane capitoline e milanesi e sorprende le borseggiatrici nel pieno della loro attività. L’ennesimo servizio dalla metro della Capitale – che mostra un nuovo episodio di violenza delle tagliaborse nei confronti della giornalista Mediaset – dà il via al dibattito a Dritto e Rovescio, carico di polemiche. Tra gli ospiti in studio, la famiglia Halilovic in collegamento dal campo rom di Via Lombroso a Roma. E proprio a Humiza e Dejan Halilovic la prima domanda di Del Debbio: “Senta Humiza, ma possibile che non si riesca a contenerlo questo fenomeno? Non riuscite a fermarle ste donne?”.

 

 

La risposta spiazza conduttore e ospiti: “Non riusciranno mai a fermare i furti, perché quella è sopravvivenza e fanno bene a rubare – in studio cala il gelo – lo sai perché ti dico questa cosa qui? Perché ci siamo stufati pure noi, sempre questa storia come se la legge non esistesse o la polizia non ci fosse”. Giustificazioni che in pochi comprendono: “Ci si mettono in mezzo persone che non c'entrano niente con la legge. Sono persone normali e rischiano anche la loro vita. La povertà è una brutta cosa: uno non c’ha più limite quando ha necessità, non vede nessun’altra possibilità che quella di rubare per mantenere figli e altro". “Quindi va bene, insomma?” chiede ironicamente Del Debbio. “Non è che sono giustificazioni per loro che vanno a rubare. È la povertà” prova a ribattere Humiza; il conduttore però è inflessibile: “Eh, hai detto che fanno bene a rubare”. La signora Hallilovic però non demorde: “Si, fanno bene per sopravvivere perché lo stato non gli dà un lavoro”. “Bell’insegnamento agli altri rom” le fa eco Del Debbio. 

 

 

Giustificazioni che non piacciono a nessuno. In studio interviene anche il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, che condanna le parole di Humiza e, dopo qualche scambio, inchioda anche le critiche di Gennaro Spinelli, presidente dell’Unione delle Comunità Romanes in Italia. Cita un’intervista su Il Corriere della Sera a una borseggiatrice rom in piena attività: “È capitato che un giorno mettessi in tasca 1.000 euro, ma anche 500 euro sono una fortuna, perché ora la gente gira con poco contante. Ma io ho pazienza, agisco 7 giorni su 7, dalla mattina alla sera – spiega Capezzone che chiude la tenzone con il suo interlocutore – 500 euro per 30 giorni fa 15mila euro al mese e voi dovreste isolarli".

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