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Silvio Berlusconi, il tributo degli italiani al Cavaliere: boom per serie, libri e film

Luca De Lellis
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Chi altro riuscirebbe a essere così impattante nell’immaginario collettivo anche post mortem? C’è chi, scrivendo e raccontando di Silvio Berlusconi, ha costruito un’intera carriera professionale quando era ancora in vita. Almeno per un trentennio, dall’inizio degli anni ’90 fino alla sua dipartita nel giugno scorso, il Cavaliere è stato per l’Italia quello che rappresenta il Colosseo per Roma. Non siamo blasfemi, in questa sede non si fa riferimento alla storia e alla gloria del monumento, ma si ragiona in termini di riconoscibilità sia all’interno che all’esterno dei confini peninsulari. Nel bene e nel male: Berlusconi ha vissuto tante vite compresse in una. È stato raccontato come l’imprenditore di successo, poi come il “rottamatore” della Prima Repubblica, e ancora come l’uomo politico italiano più polarizzante, il Premier più processato di sempre e chi più ne ha più ne metta. Amato e odiato, il fondatore di Forza Italia non ha mai galleggiato nella via di mezzo, del resto non era nella sua natura. 

È forse per tale ragione che l’eredità “affettiva” di Silvio Berlusconi, anche adesso che non c’è più, continua ad aleggiare nel nostro Paese (e non solo). A testimonianza di quanto detto vengono in soccorso i risultati, che lo vedono ancora in grande spolvero nei differenti prodotti editoriali e cinematografici che lo stanno riguardando in quest’ultimo periodo. A cominciare dal libro che primeggia nella classifica dei più venduti in Italia dal 9 aprile – data di pubblicazione - scritto dal conduttore televisivo Paolo Del Debbio ed edito da Piemme: “In nome della libertà. La forza delle idee di Silvio Berlusconi”. Opera che oltre a documentare le vicende dell’avventura istituzionale del tre volte Presidente del Consiglio, nonché il suo lascito alla politica odierna, include anche l’ultimo scritto inedito del Cavaliere e una prefazione curata dalla figlia Marina. A seguire, come non citare la docuserie Netflix che appare come la prima più vista in Italia nella settimana dall’8 al 14 aprile, “Il giovane Berlusconi”, diretta da Simone Manetti e scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi, e all’interno della quale si riscontrano testimonianze inedite di Marcello Dell’Utri, Achille Occhetto, sino ad arrivare a Iva Zanicchi. 

È finita qui? Neanche per sogno. Il film su Ennio Doris, “C’è anche domani”, è leader del botteghino con oltre 350mila euro di incassi. Uscito nelle sale il 15 aprile, racconta la storia del fondatore della Banca Mediolanum, di cui Fininvest (società di Berlusconi), è azionista al 30%. L’ad Massimo Doris e la moglie di Ennio Doris, Lina Tombolato, avevano speso parole d’affetto verso il Cavaliere dopo la sua scomparsa, definendolo “un amico di famiglia e di Mediolanum”. Infine, ma non per ordine di importanza, sono da ricalcare gli ottimi risultati degli ascolti di Mediaset, che ha resistito bene all’onda emotiva del primo anno dalla morte del suo fondatore, e del suo partito Forza Italia, che addirittura ora insidia la Lega nei sondaggi per portarsi al secondo gradino del podio della coalizione di maggioranza. 

Insomma, basterebbero freddi ma significativi numeri per comprendere cosa è stato Silvio Berlusconi per il popolo italiano, e cosa continua a significare. Fonte di ispirazione per alcuni, acerrimo rivale per altri. Punto di riferimento inossidabile per molti e perché no, nemico pubblico numero uno per un’altra buona fetta di persone. La verità è che nessuno è potuto restare indifferente di fronte all’influenza esercitata dal Cavaliere. A pensarci bene, tutta la sua attività era finalizzata proprio a far parlare di sé. E questo non può che essere interpretato come sintomo di grandezza. Una leggenda italiana, nel bene e nel male, che continua a far guadagnare ed emozionare (in tutti i sensi) anche vivendo ormai dall’altra parte.

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