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Nazionale, la sinistra grida al fascismo per la maglia. Cruciani: "A sproposito"

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L'uso anacronistico della parola fascismo continua a far discutere parecchio. L'ultima giravolta della sinistra è legata alla nuova maglia della Nazionale italiana di calcio. A scatenare un vero e proprio putiferio è stato il colletto della t-shirt disegnata per gli azzurri in vista dell’Europeo dell’estate prossima.  La frase "l’Italia chiamò" ricamata sul capo è stata ideata per esaltare "in chiave sportiva il senso identitario" ed è un omaggio all'inno di Mameli. Come riporta Libero, "i progressisti" si sono fatti sentire. La polemica è finita nel mirino di Giuseppe Cruciani, che nel corso dell'ultima puntata de La Zanzara ha sottolineato quanto lo spettro del fascismo venga ultimamente agitato in maniera troppo ricorrente e forzata. 

 

 

"Siamo il Paese dove ci sono delle polemiche perché dietro la maglietta della nazionale viene scritto ‘l’Italia chiamò’": così ha esordito Giuseppe Cruciani, entrando a gamba tesa sul tema che sta polarizzando l'opinione pubblica. "Per alcuni quello è un simbolo che può rievocare qualcosa di fascista", ha raccontato al suo pubblico il conduttore radiofonico, ricordando la citazione che ha creato scalpore. La frase ricamata sul colletto della maglia, per il celebre volto della tv, "è semplicemente, come sappiamo, una parte dell’inno italiano." "C’è l’uso del fascismo a sproposito", ha chiosato. 

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