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Fabio Fazio arruola Ghali, tappeti rossi dopo l'uscita anti-Israele a Sanremo

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Fabio Fazio cavalca le polemiche successive al Festival di Sanremo dei record di ascolti con una mossa che sa di rivincita dopo l'assenza del vincitore che tradizionalmente "bagnava" la vittoria all'Ariston a Che tempo che fa. Dopo il passaggio dalla Rai al Nove questo, ovviamente, non è più possibile, anche se il conduttore ligure aveva polemizzato contro una sorta di regolamento ad personam. Ebbene, dopo l'ospitata di Annalisa domenica scorsa sulle poltroncine del programma condotto da Fabio Fazio si siederà Ghali, protagonista di un'infuocata polemica per il suo appello "stop al genocidio" lanciato al termine della sua esibizione nella serata conclusiva del Festival diretto e condotto da Amadeus. 

 

Il rapper milanese di origini tunisine aveva suscitato l’immediata reazione dell’ambasciatore israeliano, Alon Bar, che ha tuonato contro l'uso politico del palco dell'Ariston: "Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile". "Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni - spiega in una nota l’Ad Rai Roberto Sergio - gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano - e continueranno a farlo - la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta", aveva commentato in una nota l'amministratoe delegato della Rai, Roberto Sergio.

 

Ghali Amdouni, questo il suo nome completo, aveva poi rincarato la dose ospite di Mara Venier a Domenica In: ""E io per cosa lo devo usare allora il palco? Sono un musicista ancora prima di essere su questo palco, ho sempre parlato di questo da quando sono bambino". E ancora:"La gente ha sempre più paura e il fatto che lui dica così non va bene. Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio". Ora nel salotto faziano altro giro, altra corsa. 

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