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Piano Mattei, scenario di Rampini: "Opportunità in Africa per i nostri giovani"

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Quale sarà l’impatto del piano Mattei presentato oggi a Roma dalla premier Giorgia Meloni in occasione del vertice Italia-Africa sulla nostra economia e sui flussi migratori? Federico Rampini analizza l'ambizioso progetto in una intervista a RaiNews 24. Un piano di investimento e sviluppo che ha anche l'obiettivo di limitare i flussi migratori verso l'Europa, che "nascono da diseguaglianze e povertà, situazioni anche di grave violenza e minaccia alla sicurezza delle persone, guerre civili e movimenti jihadisti, quindi non c'è dubbio che nello scenario africano un maggiore flusso di investimenti dall'Italia e dall'Europa sia una delle cose che possono anche contribuire ad arginare i flussi migratori", spiega l'editorialista del Corriere della sera e saggista. 

 

Tuttavia, "non mi pare che il piano Mattei nasca solo con questo obiettivo, e per fortuna perché ci sono tanti paesi africani che non mandano migranti da noi  spiega Rampini -  l'Africa È gigantesca bisogna sempre evitare gli stereotipi". Insomma, l'Africa viene descritta spesso come "un'apocalisse un buco nero di sciagure" ma "ha 54 nazioni, delle situazioni effettivamente tragiche e altre invece di paesi che stanno crescendo". Un mercato di "330 milioni di consumatori con un potere d'acquisto medio-alto, sono tanti quanto l'intera popolazione degli Stati Uniti", osserva il saggista. Insomma,  dovremmo cambiare prospettiva e il piano Mattei va in questa direzione: "È un uno dei tasselli di una nuova strategia italiana ed Europea che guarda l'Africa come una terra di opportunità anziché come un luogo da cui vengono delle minacce - argomenta Rampini - Opportunità per le nostre imprese, addirittura si potrebbe cominciare a ragionare su un'emigrazione a rovescio: giovani italiani che vanno a trovare delle opportunità di lavoro perché c'è tanto da investire, per esempio tutta la transizione verso un'economia sostenibile".

 

Scenari inediti, dunque, per aziende e giovani nella partita delle materie prime che servono per l'economia decarbonizzata. "I cinesi sono padroni di molte miniere in Africa, dal litio al rame, però poi se lo portano a casa in forma grezza e lo trasformavano - spiega il giornalista - creano occupazione più a casa propria che non a casa degli africani. Noi dovremo fare una proposta di tipo diverso". 

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