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Beatrice Venezi smaschera l'ipocrisia della sinistra: "Qual è la mia colpa"

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Beatrice Venezi è uno dei pochi direttori d'orchestra donna presenti in Italia. Ma, nonostante, il suo indiscutibile talento e preparazione, è stata contestata a Palermo solo per il fatto di essere politicamente non allineata. L'ha intervistata Stefano Zurlo su Il Giornale, a cui ha affidato alcune considerazioni sulla musica e la cultura italiana in generale. "Sono una tra i pochi direttori d’orchestra donna - ha detto nell'intervista pubblicata su Il Giornale del 25 gennaio - E sono stata la prima donna a dirigere in Armenia, Georgia, Azerbajan. Ho condotto oltre 200 concerti e più di 70 recite d’opera. Ma se non sei dalla parte giusta...Il mondo della musica è stato dominato, come quello della cultura in generale, dalla sinistra...e io esprimo dei valori che appartengono al mondo della destra. O, se preferisce, non seguo il mainstream». E ancora: "Mi hanno identificato come un personaggio di destra, in ogni caso non allineata con la vulgata dominante e allora ogni occasione è buona per farmi l’esame del sangue».

 

 

 

Poi Venezi mette in evidenza la differenza di comportamenti tra personaggi di destra e sinistra. «Io alla testa delle istituzioni musicali tricolori vedo sempre le stesse facce di prima. Non mi pare siano di destra - prosegue - Per me questa distinzione fra destra e sinistra deve essere superata, non ha alcun senso. Come la contrapposizione fra uomini e donne. Mi auguro che sempre più siano in presi in considerazione solo talento e merito». E la stoccata finale sui due pesi e due misure: «Fedez attacca la premier un giorno sì e l’altro pure, Elodie idem, Damiano dei Maneskin quando il centrodestra ha vinto ha spiegato che era un giorno triste, poi ha scandito un sonoro “vaffa” all’indirizzo di Putin e potrei continuare - si sfoga - Io non posso pronunciare una sillaba senza essere esaminata. E, mi spiace dirlo, c’è una tendenza a sminuirmi, a offendermi, a personalizzare le critiche. Gli artisti di sinistra invece fanno quello che gli pare: firmano appelli, manifesti, lenzuolate contro quel ministro, quella legge, quella nomina. Guardi cosa sta accadendo al Teatro di Roma».

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