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Favole e politicamente corretto, Crepet: "Non apriamo il discorso"

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A In altre parole, il talk-show di informazione e di attualità guidato da Massimo Gramellini, Paolo Crepet è intervenuto sui social e sui possibili scenari che essi potrebbero contribuire a creare. Ovviamente al centro del discorso dello psichiatra, in maniera più o meno diretta, ci sono finiti tanto il caso Chiara Ferragni quanto quello di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta dopo la diffusione della recensione. Una parentesi, però, è stata aperta anche per dibattere sui giovani e sul ruolo delle favole. Prima di spiegare quale funzione possano ancora oggi avere le narrazioni, il saggista ha fatto un piccolo accenno alla questione del politicamente corretto. Il motivo? Una settimana fa Paola Cortellesi, nel suo discorso di inaugurazione dell'anno accademico 2023-2024 all'Università Luiss Guido Carli, ha inserito una riflessione sul sessismo nei racconti pensati per i bambini e se ne è parlato abbondantemente ovunque. 

 

 

"Ognuno di noi ha un piccolo giardino dentro di sè, in cui non deve entrare nessuno": questa la considerazione del conduttore che ha dato avvio alla discussione. "Certo, provi a pensare: a cosa servono le favole?", ha replicato Crepet, che ha subito aggiunto: "Sto parlando non di quelle politicamente corrette". "Non apriamo il discorso, ma sono quelle che ci hanno tirato su per generazioni. Cappuccetto Rosso è finita male ma ce la ricordiamo", ha continuato lo psichiatra. "Che cosa produce quella favola di straordinario e strepitoso? Che tu elabori un tuo mondo, che è un tuo piccolo impero, dove sei sovrano. In quel piccolo luogo, che impari a chiamare anima, e che difendi dagli altri. Perché imparerai che c'è qualcuno che ci vuole saltare dentro, e non è giusto che sia. A meno che, tu non sia il sovrano che gentilmente tira giù il ponte", ha spiegato. 

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