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Cecchettin, il criminologo Picozzi sulla strategia di Turetta: "Il punto in cui era più sensibile"

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Ancora una volta la puntata di Quarto Grado, il programma che va in onda il venerdì su Rete 4 e che si occupa di approfondire i casi di cronaca, si è aperta con la storia di Giulia Cecchettin, la ragazza veneta prima scomparsa con l'ex fidanzato e poi ritrovata morta in un canalone perché uccisa a coltellate dallo stesso. Un nuovo tassello si è aggiunto alla ricostruzione del dramma e del rapporto tra i due giovani. "Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui, ma mi dice che è super depresso, ha smesso di mangiare, pensa di ammazzarsi, vuole morire, vuole uccidersi. Ho visto che ogni qual volta gli dico che voglio limitare le uscite lui si appiccica ancora di più e quindi ho capito che devo sparire senza comunicarglielo. E però rimane il fatto che ho questi mega sensi di colpa che possa farsi male. Non so veramente come comportarmi, non posso bloccarlo, avrei paura di ciò che potrebbe fare, potrei potenzialmente cominciare a non rispondergli e non scrivergli più, ma ho paura che darebbe di matto": questo l'audio della 22enne fatto sentire in studio. 

 

 

Sulla vicenda si è espresso il criminologo Massimo Picozzi che, incitato dal conduttore Gianluigi Nuzzi, ha spiegato il ruolo del senso di colpa in questa storia: "Io penso che Filippo le abbia provate tutte per non perdere questo rapporto. Ha intuito che il punto in cui questa ragazza era più sensibile era quello di minacciare di farsi del male. Si è appellato al senso di colpa e la cosa, purtroppo, ha funzionato". Nuzzi ha allora indagato sul motivo per cui Giulia parla di "lavoretti" come "scusa" per distaccarsi dall'ex fidanzato. "È talmente sensibile e preoccupata che Filippo possa farsi del male che si pone il problema di come fare a dire una cosa legittima: vuole chiudere questo rapporto", così ha replicato lo psichiatra. 

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