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Gino Cecchettin da Fazio, Crepet: "Forse un modo per non affrontare il dolore"

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Gino Cecchettin, il padre di Giulia, ha scelto di rompere il silenzio dopo il funerale della figlia ed è andato a Che tempo che fa. Composto e calibrato, l'uomo ha raccontato il dolore che sta provando ma ha anche cercato di accendere una luce sul futuro e di credere, quindi, nella possibilità di una società in cui la violenza di genere possa essere solo un lontano e brutto ricordo. Se molti hanno apprezzato le parole del papà della vittima, altri gli hanno puntato il dito contro, parlando anche di "tritacarne mediatico". Affaritaliani.it ha intervistato Paolo Crepet sul tema, chiedendogli appunto se l'ospitata gli fosse sembrata giusta o meno. 

 

 

"Potrebbe essere un modo per non affrontare il proprio dolore. Se fosse così, però - e sarebbe comprensibile - questa necessità di andare a cercare, spiegare ciò che lui stesso ha imparato da questa enorme disgrazia dovrebbe anche fare i conti con il fatto che finita la trasmissione lui torna a casa ed è solo. Insomma, se fosse così dovrebbe al più presto trovare altri strumenti per comunicare questa sua, per esempio, intenzione abbastanza esplicita di fare una fondazione", ha risposto lo psichiatra. Tuttavia, il saggista si è smarcato dalle polemiche e ha assicurato: "Tutta questa querelle mi sembra di pessimo gusto. Io rispetto profondamente quest’uomo, qualsiasi cosa faccia o decida di fare". 

 

 

L'unico problema che la famiglia Cecchettin potrebbe essere costretta ad affrontare, per Crepet, è l'isolamento: "L’unico e principale rischio cui va incontro Gino Cecchettin, ma anche sua figlia Elena, è quello di rimanere solo", ha spiegato. Sulla decisione di svolgere delle esequie pubbliche, lo psichiatra ha usato nettezza di parole: "C’è davvero qualcuno che si domanda cosa avrebbe dovuto essere, per esempio un funerale privato dentro una chiesina della campagna veneta? Evidentemente non sanno cosa vuol dire perdere una figlia in quel modo. Quello è stato l’unico modo per sopravvivere, e dare un senso a quella cosa".  

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