Paolo Crepet è netto sulla dipendenza da Fentanyl: "I giovani si giocano la vita"
"La maggioranza dei componenti chimici usati per produrre illegalmente il Fentanyl provengono dalla Cina. Vengono sintetizzati in Messico. In seguito il fentanyl viene trasportato negli Stati Uniti": la filiera del Fentanyl è stata così riassunta dalla segretaria al Tesoro Janet Yellen in una recente missione ufficiale in Messico. Quarta Repubblica, il programma di approfondimento giornalistico di Rete 4, ha dedicato un servizio al tema. Poi, sulle conseguenze dell'oppioide sintetico sulla società e, in particolar modo, sui giovani, si è espresso Paolo Crepet. "Quando ho cominciato a lavorare, erano gli anni dell'eroina, poi l'eroina è stata smantellata dall'Aids. Quando all'epoca ce ne occupavamo, nell'eroina c'era la calce dei muri, il talco. Lo shock anafilattico di cui si moriva era sempre dovuto a queste cose qua": questa la premessa dello psichiatra, che è quindi partito dalla sua esperienza professionale.
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"La mafia ha sempre lucrato sulle droghe", ha ricordato il saggista. "La cocaina è sempre stata la droga dello svago, ma non così mortale. Questa lo è. Il Fentanyl dura poco. Ci dà uno shock molto breve, mentre gli altri oppiacei ti danno una latenza più lunga", ha spiegato poi. "Può avere un terreno fertile?", ha domandato in modo diretto Nicola Porro. "Sì perché non servono cerotti. Ci sono addirittura gli inalanti", ha risposto lo psichiatra, che poi ha offerto un'analisi più approfondita: "Questo è il problema. Non è un problema chimico, ma un problema di scopo. Noi stiamo non avendo più uno scopo. Essere anestetizzati è una metafora terrificante. Che una giovane generazione voglia giocarsi la vita qui e ora e senta l'idea di stare al mondo come un dolore e ti prendi un analgesico, credo che sia la metafora più terrificante", ha concluso.