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Vittorio Feltri a valanga sulle toghe: "Neanche la Treccani", cosa rivela a Parenzo

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Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha appena terminato il suo intervento alla Camera dei deputati, in seguito alle parole sulle correnti della magistratura che remano contro il governo, quando Vittorio Feltri interviene a L'aria che tira, su La7. "Da almeno 40 anni sento parlare della necessità di ristrutturare un po' la carta dei magistrati ma finora non siamo riusciti a fare niente, perché evidentemente la casta dei magistrati è in grado di elevare dei muri per difendersi". Insomma, il direttore editoriale del Giornale teme che le toghe siano in un certo senso "inattaccabili" e anche in questa circostanza "non riusciremo a combinare niente. Almeno questo è il mio è il mio timore", spiega a David Parenzo che conduce la puntata di venerdì 1 dicembre. 

 

Certo, che ci siano correnti fortemente politicizzate tra le toghe è un fatto acquisito. Ma va detto che "non i magistrati non sono tutti uguali" ma quelli che "non sono uguali purtroppo contribuiscono a creare diffidenza nei confronti della magistratura, e questo non fa bene neanche al paese", spiega Feltri che nota come i tanti errori macroscopici compiuti dalle toghe negli anni "non hanno certo contribuire a elevare" la loro "reputazione". Tuttavia è necessario mettere mano al tema, con "norme che consentano di emarginare quelli che non sono capaci". 

 

Feltri poi ricordi anche la condanna, lieve, in cui è incorso per il famoso titolo su Virginia Raggi "patata bollente". Il giornalista, all'epoca direttore di Libero, ricorda che si è difeso dicendo che basta leggere il dizionario per capire che la patata è un tubero e la combinazione con la parola "bollente" sta a indicare una situazione spinosa, complicata. "Eppure mi hanno condannato", afferma Feltri che punge le toghe: "Credo che sia piuttosto indecoroso non riuscire neanche sfogliare la Treccani". 

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