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Otto e mezzo, Travaglio si smarca: "Non è colpa del governo"

Gabriele Imperiale
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“Non penso sia una questione di destra o di sinistra” Marco Travaglio interviene sull’omicidio di Giulia Cecchettin a Otto e Mezzo su La 7. Ospite di Lilli Gruber, il direttore de Il Fatto quotidiano dice la sua sulle soluzioni da mettere in campo per far fronte ai femminicidi: “Ogni volta che sento dire "ci vuole una legge", "facciamo una legge" ho i miei dubbi: non credo che nemmeno se cominciassimo a insegnare nelle scuole l'educazione all'affettività – spiega Travaglio – il mondo circostante continuerebbe a bombardare i ragazzi con messaggi e modelli di riferimento opposti e vincerebbero questi”. Travaglio argomenta la sua posizione e dice quello che lo lascia con "grandi punti interrogativi": “il fatto che bisogna arrivare subito a tutto con facilità, che non si accetta il fallimento, il rifiuto, il no, che non si accetta la libertà e la liberazione dell'altro, la fine di un rapporto, si rifiuta l'idea del fallimento – dice il direttore – è una cosa talmente enorme e un male assoluto che si nasconde dentro persone insospettabili all'apparenza normali”.

 

 

 

L'unica certezza che il Direttore ha “è che ai funerali non si applaude” e che dopo la morte “bisognerebbe fare un po’ di silenzio quindi non vorrei commentare i politici che commentano i delitti perché non vorrei che i politici commentassero i delitti”. Ma prima di chiudere il suo intervento, Travaglio fa un sunto del suo pensiero su quello che è stato detto sull’omicidio Cecchettin negli ultimi giorni: “Non credo che sia colpa del governo se ci sono i femminicidi – spiega il giornalista – e i parenti delle vittime hanno la libertà assoluta e il diritto assoluto di dire tutto quello che pensano”. E infine “non penso che sia una questione di destra o di sinistra perché i valori che si sono persi sono in parte di destra – tipo quello del rispetto del sacrificio – e un po’ di sinistra – tipo il rispetto della libertà. Tutte le culture politiche hanno fallito”.

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