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Mentana, post clamoroso: "Megafono ufficiale dei negazionisti di Hamas". Con chi ce l'ha

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Da quando Hamas ha attaccato lo Stato di Israele, la sinistra ha pronunciato poche parole di denuncia. L'ideologia politica riesce a prevalere anche di fronte alle efferatezze delle quali si sono macchiati i miliziani del gruppo paramilitare islamista lo scorso 7 ottobre. E così, da più di un mese ormai, in tv e sulle pagine dei giornali, continua la crociata delle opposizioni in difesa di chi, in realtà, ha commesso dei veri e propri crimini. L'argomento questa volta ha acceso lo scontro tra Enrico Mentana, il direttore del Tg di La7, e L'Unità. 

 

 

L’editoriale firmato da Mario Capanna ieri, domenica 12 novembre, sebbene parta dalle dichiarate posizioni pacifiste del quotidiano, è in realtà un attacco diretto a Enrico Mentana e Mario Sechi, il direttore di Libero. Che il giornale diretto da Piero Sansonetti si stia schierando per chiedere un cessate il fuoco, è un fatto chiaro dallo scoppio del conflitto. Ciò, però, non giustifica le linee anti-Israele. "Enrico Mentana, all’indomani delle uccisoni di Hamas nei kibbutz, nel Tg di La7 parlò di ‘bambini decapitati’, aggiungendo ‘Non vi mostriamo le immagini perché sono scioccanti’. La frase, in tutta evidenza, era volta a ingigantire l’orrore antipalestinese”, ha scritto Capanna.

 

 

E ancora: “La mia convinzione è che quelle foto Mentana non le ha mai avute, per il semplice fatto che non esistono. Mentana, dunque, ha diffuso una notizia tendenziosamente antipalestinese e antiaraba, e sarebbe corretto che si scusasse”, ha aggiunto l'editorialista. Presto è arrivata la replica del diretto interessato: "La storia purtroppo si ripete in farsa anche al cospetto degli eventi più tragici. E così oggi tocca vedere un giornale omonimo di quello fondato da Antonio Gramsci, che fu l'organo del Partito Comunista Italiano, trasformarsi nel megafono ufficiale dei negazionisti del pogrom di Hamas, con un editoriale che 'chiede le prove' delle efferatezze compiute quel 7 ottobre sui bambini, immagino anche per una consonanza di sensibilità tra gli aguzzini di quella mattanza e l'autore dell'editoriale, ultimo epigono dello stalinismo", ha controbattuto. 

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