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Esselunga, lo spot è un caso. Lucarelli: "Stereotipo delle separazioni infelici"

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Lo spot di Esselunga è finito sotto i riflettori più del previsto e sta facendo discutere parecchio. Il motivo? Il video promozionale, che prima è stato lanciato in tv e che poi è stato riproposto sul web dagli utenti, racconta con poche immagini la storia di una bambina che è figlia di due genitori separati. La piccola, mentre fa la spesa insieme alla mamma, decide di prendere una pesca e, alla fine, la regala al papà dicendogli: "Questa te la manda la mamma". Se una parte del pubblico ha ritenuto che la pubblicità della catena di supermercati abbia strumentalizzato i sentimenti dei bambini, l'altra fazione ha apprezzato il tentativo di narrare il divorzio dal punto di vista dei figli. Sullo spot, che è già un caso, è intervenuta Selvaggia Lucarelli che, senza mezzi termini, l'ha stroncato. 

 

 

 

"Lo spot di Esselunga con la bambina che prende la pesca al supermercato e la dà al papà separato fingendo che sia un regalo da parte della mamma è un tentativo piuttosto riuscito di pubblicità emozionale, un Mulino con schizzi di fango in cui la famiglia separata è terreno fertile per la lacrimuccia facile. In cui il tavolo delle colazioni felici è sostituito da una finestra e un’ auto parcheggiata davanti a un portone. Un mulino che ruota in senso contrario rispetto alla corrente della famiglia felice, eppure vittima anch’esso di uno stereotipo": così ha esordito la giornalista. Quindi ha continuato: "Non quello della famiglia felice, questa volta, ma della famiglia infelice. Che non è necessariamente quella in cui i genitori sono separati. Che non è necessariamente quella in cui i bambini sono in trincea con genitori divorziati. Che non è per forza quella in cui i bambini, figli di separati, finiscono adultizzati e risolutori di conflitti con una pesca in mano". 

 

 

Lucarelli ha spiegato che, secondo lei, ciò che non funziona è soprattutto il tentativo di cercare a tutti i costi un approccio moderno al tema del divorzio: "Non c’è nulla di male nella pubblicità di Esselunga, ma non è contemporanea, illudendosi però di essere contemporanea. Non è l’anti Mulino bianco, è anch’essa un mulino, ovvero una famiglia che vive in un posto in cui non abita più nessuno (a parte forse qualche olandese bucolico e le ballerine del Moulin Rouge). Così come i matrimoni non sono tutti felici, le separazioni non sono necessariamente campi di guerra, soprattutto in un momento storico in cui i matrimoni non sono più prigioni, in cui rifarsi una vita è la normalità, in cui tanti genitori riescono a condividere la genitorialità anche senza condividere il letto". 

 

 

La giornalista, per avvalorare la sua tesi, ha proposto un esempio concreto: "Nella mia famiglia non tradizionale abbiamo tre esperienze diverse: Lorenzo è figlio di genitori separati e non ha vissuto traumi, è stato un ragazzino felice. Leon è figlio di genitori separati, non ha sofferto, ha due genitori che si vogliono bene. Io ho avuto due genitori che sono stati insieme tutta la vita, nel conflitto costante. Indovinate chi di noi tre, da piccolo, è cresciuto con una pesca in mano? Insomma, apprezzo lo sforzo pubblicitario nell’affrancarsi dalla melassa delle famiglie perfette, ma forse bisogna affrancarsi anche dallo stereotipo delle separazioni infelici". 

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