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Tagadà, "governo solido". Il giudizio di Mieli spiazza i critici di sinistra

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Paolo Mieli, ex direttore ed editorialista del Corriere della Sera, è ospite della puntata del 25 settembre di Tagadà, il talk show di La7 condotto da Tiziana Panella, e fa un’analisi ad un anno di distanza dall’insediamento del governo Meloni dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni: “Allora dopo un anno di governo io giorno per giorno ho visto delle cose che non andavano, ma proprio tutti i giorni. Però facendo un bilancio di un anno lo vedo solido, con onestà intellettuale lo vedo solido. Nel senso che tutti i sondaggi dicono che i voti che aveva al momento di essere eletto sono gli stessi o sono aumentati, in particolare sono aumentati quelli dei due partiti che tutti i giorni stiamo sottolineare che sono in competizione tra loro, ovvero Lega e Fratelli d'Italia. E poi ha un discreto credito internazionale, molto migliore di quello che c'eravamo immaginati potesse avere. C'è però qualcosa che non va, che non funziona. Nella fattispecie, per esempio, andare a litigare con la Germania sulle organizzazioni non governative, non si capisce. Le organizzazioni non governative in questo caso sono la Comunità di Sant'Egidio…Le Ong per i calcoli che sono stati fatti hanno salvato il 5% di quelli che navigavano, allora per il 5% tratti in salvo e raccattati dall’annegamento… Mettiamo anche che siano d'accordo con gli scafisti, però non vai ad aprire una crisi con la Germania per questo”.

 

 

“Quindi perché c’è questo atteggiamento?”, la domanda di Panella a Mieli, che risponde e conclude il ragionamento: “Perché c'è il tentativo, questo da parte un po' di tutti, di dire che il colpevole di quello che sta accadendo è un altro, è che l'Europa… Ognuno, ogni Paese lo fa eh, di dire che se la deve sbrigare un altro, che il colpevole è un altro e vengono fuori le cose più incredibili”.

 

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