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Gina Lollobrigida, chiesti 7 anni e mezzo di carcere per il factotum Andrea Piazzolla

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La Procura di Roma ha chiesto una condanna a 7 anni e mezzo di carcere per Andrea Piazzola, l'ex assistente e factotum di Gina Lollobrigida. Il 35enne è stato accusato di circonvenzione di incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell’attrice tra il 2013 e il 2018. La rappresentante dell’accusa ha evidenziato lo "stato di fragilità" in cui si trovava Lollobrigida, con periti e consulenti che nel corso del dibattimento hanno concordato su un "indebolimento della capacità di intendere e autodeterminarsi e di decidere autonomamente con una parziale deficienza psichica". Lollobrigida sarebbe stata quindi "suggestionabile, tenuta in isolamento, in uno stato di vulnerabilità", ha dichiarato il pm di Roma Eleonora Fini. 

 

 

Nel corso dell'arringa finale l'accusa ha puntato l'attenzione sul presunto stato di fragilità dell'attrice deceduta lo scorso gennaio. Come riferito dal Corriere della Sera, il pm ha sottolineato che "c'è l'incidente probatorio che lo prova". Stando a quanto riscontrato dai periti, la diva sarebbe stata vulnerabile. Sulle ricostruzioni della vicenda peserebbe l'"indebolimento della corretta percezione della realtà", la "compromissione decisionale" e la "deficienza psichica esplicita". 

 

 

Nel 2021, su richiesta del figlio Andrea Milko Skofic, la Cassazione stabilì che l'attrice avrebbe dovuto essere assistita da un amministratore di sostegno per la gestione del suo ingente patrimonio. Gina Lollobrigida aveva fatto ricorso contro la decisione, ma i giudici lo avevano dichiarato "inammissibile", confermando quindi la decisione della Corte di Appello di Roma che aveva già rigettato il reclamo della diva. 

 

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