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L'aria che tira, "ordine di Salvini?". Furio Colombo sbugiardato così

Luca De Lellis
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L’isola di Lampedusa ha vissuto un risveglio caotico. Appena all’esterno dell’hotspot, le forze dell’ordine tentano di frenare ergendosi a scudo umano nei confronti dei migranti che si accalcano verso i bus per lasciare l'hospot. Una situazione insostenibile. Le persone, più di 4.000, lì dentro soffrono il sovraffollamento, il caldo atroce, e le conseguenze dei loro viaggi interminabili. Durante la puntata di l’Aria Che Tira, programma in onda su La7, il tema bollente della giornata è stato trattato dal conduttore David Parenzo e i suoi ospiti. E ne è venuta fuori una discussione tra Furio Colombo, già parlamentare e direttore de l'Unità, e Francesco Specchia di Libero.

 

Tutto nasce da un aneddoto personale,  raccontato in televisione da Colombo: “A me è capitato, quando ero deputato, di andare a Lampedusa a vedere questi sbarchi ritenuti eccessivi dal punto di vista ‘meloniano’. Eravamo sulla macchina che ci avrebbe portato dall’aeroporto al centro di accoglienza, quando volle salire anche il comandante dei Carabinieri, che con molto imbarazzo mi disse che aveva appena ricevuto indicazioni dal ministro dell’Interno, che a quel tempo era Matteo Salvini, di non lasciarci entrare all’interno dell’hotspot”. Ciò che appare un po’ strano è la non concomitanza dei termini temporali, dato che non sfugge alla giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Meli. Furio Colombo, infatti, è stato per l’ultima volta un parlamentare del Partito Democratico dal 2008 al 2013.

 

Nel dibattito interviene allora Specchia, che invita Colombo a riflettere su quanto appena proferito: “Se Salvini avesse davvero dato un ordine di blocco del genere, allora da deputato Colombo avrebbe dovuto denunciarlo. Poi però Maria Teresa Meli mi ha illuminato. Probabilmente ha fatto confusione, ma lui era deputato molto prima che Salvini diventasse ministro. Dovresti quantomeno riconoscere questo errore”, tuona nei confronti dell'ex direttore. In effetti, il retroscena svelato da Colombo non torna perché il leader della Lega all’epoca ricopriva ancora il ruolo di eurodeputato. Specchia rincara la dose: “Ci sono cinque anni di differenza tra le date”. Dall’altra parte il silenzio, né conferme, né smentite.

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