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Lilli Gruber riparte con la crociata anti-Meloni: assalto sul governo e Giambruno

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Lilli Gruber è pronta a ripartire con il suo appuntamento serale ad Otto e mezzo. E alla vigilia dell’esordio stagionale la giornalista ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, nella quale si scaglia pesantemente contro il premier Giorgia Meloni: “È un anno di campagna elettorale per le europee di giugno, quindi sarà un anno cruciale per capire dove sta andando l’Italia di Giorgia Meloni e qual è la vera natura del potere di questa destra al governo. E anche per capire se l’opposizione sarà in grado di costruire una vera alternativa. Di sicuro Meloni non è una underdog, ma una politica abile che ha costruito la sua carriera in anni di militanza e Parlamento. Ora è presidente del Consiglio, ma ugualmente vive costantemente sulle barricate. In tempi così critici avremmo bisogno di non dividere il Paese in amici e nemici. Sembra le risulti difficile togliersi l’abito della comiziante d’opposizione per mettersi quello istituzionale di premier”.

 

 

Gruber dà un giudizio di questi mesi di Meloni al potere: “È un giano bifronte. Su politica internazionale, Nato e conti pubblici ha le mani legate, e quindi si muove in continuità con i precedenti governi, come in sostanza anche nei rapporti con l’Europa. Siamo lontani dalla propaganda sovranista di quando stava all’opposizione. Sul fronte interno invece cavalca i temi identitari di una destra reazionaria”. E dopo quelle delle scorse ore ecco altre frustate ad Andrea Giambruno, compagno della leader di Fratelli d’Italia, e a come i due gestiscono l’immagine pubblica: “È sempre un segnale di debolezza quello di privilegiare la fedeltà alla competenza. La politica è anche capacità di prevenire i problemi. Meloni doveva avvertire il suo compagno di evitare commenti inutili che l’avrebbero messa inevitabilmente in imbarazzo, vista la rilevanza del suo nuovo ruolo istituzionale. Non è una questione di libertà di stampa, come ha detto la Meloni, ma di gestione del potere politico, in tutti gli ambiti. Compreso quello familiare e personale. Una necessità, quando si è sotto i riflettori in permanenza”.

 

 

Il quotidiano chiede conto a Gruber della sua presenza alle riunioni del gruppo Bilderberg: “Succede che si decidono i destini del mondo, anche del suo (ride, ndr). Cospirazionismo a parte, per un giornalista è un’occasione unica di incontrare figure come Henry Kissinger, Jeff Bezos, Emmanuel Macron, Jens Stoltenberg e altri grandi protagonisti del nostro tempo”.

 

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