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De Angelis chiede scusa, ma alla sinistra non basta e insiste: deve dimettersi

Luigi Frasca
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Parziale retromarcia di Marcello de Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, dopo le sue parole sulla strage di Bologna. De Angelis si era detto convinto dell’innocenza degli ex Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini, condannati per la strage di Bologna del 2 agosto 1980. «Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabile», ha scritto ieri in un lungo post, in cui si scusa con «chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni». E aggiunge: «Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire può avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una società civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti». De Angelis sottolinea di avere «massimo rispetto per le istituzioni e prima di tutte per la Presidenza della nostra Repubblica».

 

 

Dopo la bufera scatenata dalle sue parole in occasione della ricorrenza del tragico attentato, che costò la vita a 85 persone, le opposizioni continuano a chiederne le dimissioni. De Angelis non rinuncia però al suo punto di vista: «Nel ribadire il mio rispetto per la Magistratura, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate». «In merito alla più che quarantennale ricerca della verità sulla strage di Bologna, l’unica mia certezza è il dubbio», rimarca. Infine attacca «i colleghi giornalisti che quotidianamente e pubblicamente mi definiscono un ex-terrorista - pur nella consapevolezza del fatto che non sono mai stato condannato per nessun atto criminale o gesto di violenza - infangano il mio onore e mi negano la dignità di una intera vita. Perché un terrorista è una persona schifosa e vile».

 

 

Intanto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, parla di «grave errore» e rivela di aver sentito la premier, Giorgia Meloni nel mirino delle opposizioni per aver taciuto sulla vicenda - che «non è felice». De Angelis, dice Rocca, «ha commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza» anche se «ha parlato a titolo personale e questo ancora una volta ci tengo a chiarirlo. Mi confronterò con lui. Ma non ha alcun ruolo politico nell’amministrazione regionale». E sulla premier Rocca spiega: «Io mi sento con la Meloni spessissimo, abbiamo avuto modo di sentirci, ma velocemente: mi ha chiesto ovviamente di approfondire, di chiarire e sicuramente non era felice per quanto accaduto». Le scuse di Marcello De Angelis non bastano però all’opposizione che continua a chiederne le dimissioni. E vuole che il governatore Rocca vada in aula a riferire sulla situazione. «Nelle prossime ore depositeremo una richiesta di convocazione di un Consiglio, perché vogliamo che questa vicenda di importanza fondamentale sia discussa nelle sedi istituzionali con il presidente Rocca e non lasciata ad un colloquio privato personale tra lui e De Angelis di cui ignoriamo gli esiti. Le vittime della strage di Bologna e i loro familiari meritano rispetto», hanno scritto in una nota i capigruppo di opposizione alla Pisana Mario Ciarla (Pd) Roberta Della Casa (5s) Marietta Tidei (Azione -IV) Claudio Marotta (AVS) Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) e Alessio D’Amato (Insieme per il Lazio).

 

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