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Berlusconi, “figli comunisti”. Cosa succede dopo il testamento: la particolarità

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Eredità Berlusconi: con il testamento e le volontà del Cavaliere, i figli sono diventati comunisti. Se il significato attribuito al termine “comunista” si riferisse alla politica, sicuramente la notizia non avrebbe fatto piacere a Silvio Berlusconi se fosse ancora in vita. Ma non è così, in realtà il significato è diverso. Sì, perché i 5 figli erediteranno in comunione il pacchetto azionario delle holding dell’ex Premier. A ognuno di loro andranno le quote delle società: 9/30 ai due figli maggiori (Pier Silvio e Marina) e 4/30 ai tre figli avuti da Veronica Lario (Eleonora, Barbara e Luigi). I pacchetti azionari però non saranno divisi pro quota fra i figli, perché non funziona così la successione sulle azioni.

 

 

Così il pacchetto azionario viene ereditato in comunione fra i cinque figli e alla comunione ognuno partecipa secondo la sua quota (come indicato in precedenza). C’è un problema però, le quote azionarie di controllo non possono essere divise fra i cinque per almeno cinque anni dall’apertura della successione, altrimenti si perderebbe l’esenzione fiscale dall’imposta di successione che la legge prevede nel caso di eredità di pacchetti azionari. Quindi fino al mese di luglio del 2028 i cinque figli di Berlusconi sono costretti a stare insieme, in comunione. Ironia della sorte: i cinque figli che partecipano a quella comunione dal diritto civile sono definiti appunto “comunisti”. Quando i Berlusconi jr si riuniranno per decidere che indicazioni dare al rappresentante comune faranno dunque “una riunione di comunisti”, riferisce il Sole 24 ore, un vero e proprio paradosso pensando alla storia politica di papà Silvio.

 

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