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Stato di emergenza migranti, Rampini zittisce la sinistra: "Muri contro l'invasione"

Giada Oricchio
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Il governo Meloni ha dichiarato lo stato di emergenza per l’immigrazione. La sensazione è che l’UE non risponda in maniera concreta alle richieste di aiuto dell’Italia per gestire il fenomeno di portata globale, mentre Francia, Grecia e Malta facciano “orecchie da mercante”.

Il giornalista e saggista, Federico Rampini, in collegamento con “L’Aria Che Tira”, programma su La7, lunedì 17 aprile, ha negato che l’attuale situazione sia frutto dell’isolamento della premier Giorgia Meloni: “Anche il governo di Mario Draghi e quelli precedenti avevano lamentato giustamente di essere abbandonati dall’Europa. Ricordo che in Spagna, il governo di sinistra fa sparare pallottole di gomma contro chi tenta di passare la frontiera”.

Rampini ha messo al bando “i moralismi” sull’ipotesi di alzare muri, avanzata dal presidente del Ppe Manfred Weber, per proteggere i confini UE dall’arrivo dei migranti: “I muri non hanno nulla di deprecabile. La Grande muraglia cinese è nata per contenere l’immigrazione e le invasioni barbariche. Fino a un certo livello di ingresso di stranieri e se sai far rispettare le regole, puoi integrare l’immigrazione, oltre un certo numero l’immigrazione diventa una sorta di invasione e ci si sente minacciati nei valori, nella cultura e nelle tradizioni”.

Secondo l’editorialista del “Corriere della Sera” non è razzismo: “Anche la Tunisia adesso sta chiudendo i confini a chi arriva dall’Africa sub-sahariana, sono africani razzisti tra di loro? Non serve a niente usare categorie moralistiche - ha ribadito Rampini - Fare del moralismo serve solo ad alimentare il complesso di superiorità morale di chi lo usa. Nella storia i flussi migratori sono sempre stati, allo stesso tempo, una risorsa e un problema. È una normale forma di difesa delle società”.

 

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