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In Onda, l'errore clamoroso di Putin secondo Fabbri: “Sottovalutazione letale”

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“Quanto sono avanzati i russi? Hanno cambiato gli obiettivi rispetto ad un anno fa?”. È questa la domanda posta da David Parenzo, conduttore di In Onda insieme a Concita De Gregorio, a Dario Fabbri, esperto di geopolitca e direttore di Domino, che risponde senza esitazioni: “Sì certamente. L’obiettivo iniziale di un anno fa - dice Fabbri durante la puntata del 25 febbraio del talk show di La7 - era la guerra lampo, arrivare a Kiev, rovesciare la presidenza di Volodymyr Zelensky, mettere al suo posto un regime filo-russo e da lì manovrare l’intera Ucraina. L’idea iniziale della Russia è che ci fosse un’enorme fetta della popolazione ucraina pronta ad accogliere i russi come i liberatori, almeno la metà. Speravano che la parte russofona del Paese prendesse i 150mila soldati come avanguardia di sé stessi, questo non si è verificato. Kharkiv, città dove si parla soltanto russo, ha resistito per mesi e la percezione è cambiata lì. Non puoi occupare un Paese con più di 40 milioni di abitanti con 150mila soldati se il popolo ti è ostile, proprio tecnicamente non è possibile. Oggi gli obiettivi sono ben altri, non dichiarati, ma se riuscissero a prendere il Donbass nella sua interezza, che è l’obiettivo immediato, potrebbero raccontarla anche a sé stessi come una vittoria”.

 

 

E adesso la Russia rilancerà l’offensiva con mezzo milione di soldati: “Vogliono portarli al fronte per fare l’offensiva di primavera, che - sottolinea Fabbri - secondo qualcuno è già cominciata ed è già andata abbastanza male”. Possibile che Vladimir Putin aspetti un dopo Joe Biden negli Usa? L’esperto risponde: “Manca un po’, ma secondo me resterebbe abbastanza deluso. Alla fine delle fini non basta questo filone che c’è nei Repubblicani. L’atteggiamento è contro la Russia. C’è la sensazione da parte di Mosca e Washington che ci sarà una guerra lunga. Se un anno fa pensavamo che sarebbe durata poco adesso pensiamo che durerà a lungo”.

 

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