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Michela Murgia, attacco ai cattolici nel giorno di Natale. Il teologo lo smonta

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Ci mancava l'attacco ai cattolici per il Natale. Ha fatto discutere (e indignare) l'articolo pubblicato da Michela Murgia sulla Stampa nel giorno della vigilia, il 24 dicembre. La scrittrice per un attimo sposta la mira dal governo e dalla premier Giorgia Meloni per sparare a zero contro la fede di tanti italiani nel momento più sacro dell'anno. Tanto che sullo stesso quotidiano, oggi martedì 27 dicembre, è uscito un lungo articolo a firma del teologo Vito Mancuso che risponde punto per punto alle teorie della paladina della sinistra radical chic. 

Per Murgia, "i cattolici amano un Dio Bambino perché rifiutano la complessità", è il titolo dell'articolo. Per la scrittrice le altre forme del cristianesimo non danno importanza a Gesù bambino: "Solo i cattolici hanno compiuto nella persona del Cristo incarnato l'idealizzazione dell'infanzia, costruendo intorno alla sua nascita una retorica di tenerezza zuccherosa priva di riscontro biblico. Nelle Scritture il racconto della nascita di Gesù somiglia infatti più alla trama di un film drammatico, sebbene cominci da un innesco piuttosto banale, di quelli in cui potremmo presto o tardi incappare tutti: si parte da un viaggio scomodo intrapreso per obbligo burocratico imposto dal governo".

 

Dopo svariate divagazioni, Murgia afferma: "Se l'unica incarnazione che ci commuove è quella del neonato, è perché è più facile rendere la divinità bambina che l'umanità adulta davanti alle sue contraddizioni".

Argomentazioni che diventano l'oggetto di una lunga risposta del teologo Mancuso secondo cui l'idealizzazione del Gesù Bambino "nasce soprattutto grazie all'invenzione del presepe da parte di San Francesco", perché solo chi si fa piccolo entrerà nel regno dei cieli. "Nell'articolo apparso su questo giornale il giorno di Natale Michela Murgia ha accusato in modo piuttosto aspro il cattolicesimo di essere «l'unica tra le confessioni cristiane a infantilizzare il suo Dio». Io penso di capire qual è il suo obiettivo: sono quei cattolici che si commuovono davanti al presepe cantando «Tu scendi dalle stelle» e subito dopo chiudono il cuore davanti a quelle persone che cercano accoglienza perché arrivano dal mare. Quei cattolici che proclamano fervorosamente «Dio Patria Famiglia», ma solo a condizione che si tratti del «loro» Dio, della «loro» Patria, della «loro» Famiglia", afferma Mancuso che "vede" il gioco di Murgia. Il teologo quindi smonta le teorie dal punti di vista delle citazioni bibliche e nei contenuti. Nel merito dell'affermazione "Solo i cattolici hanno compiuto nella persona del Cristo incarnato l'idealizzazione dell'infanzia, costruendo intorno alla sua nascita una retorica di tenerezza zuccherosa priva di riscontro biblico", Mancuso trova almeno due errori: "Che solo i cattolici avrebbero idealizzato l'infanzia di Cristo e che tale operazione sarebbe priva di supporto biblico". Sull'ultimo aspetto cita svariati passi biblici che ribaltano le conclusioni i Murgia. Inoltre sottolinea come "la devozione verso il Bambino e la Madre oltre che nel cattolicesimo è molto presente nell'ortodossia".

 

"Non è vero che è solo il cattolicesimo tra le confessioni cristiane ad aver idealizzato il bambino facendone una tra le più preziose manifestazioni del divino, è vero però che il cattolicesimo ha compiuto tale operazione in modo mirabile, soprattutto a seguito di Francesco d'Assisi che nel 1223 a Greccio a tal fine inventò il presepe. Egli intendeva in questo modo onorare il suo maestro, il quale un giorno, molti secoli prima, ai discepoli che gli avevano chiesto chi sarebbe stato il più grande nel regno dei cieli, aveva risposto chiamando a sé un bambino e dicendo: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Poi concludeva: «Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli»", scrive il teologo. 

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