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Sparatoria Roma, la criminologa Bruzzone a Non è L'Arena: "Cosa aveva in mente il killer"

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Giada Oricchio
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La tragedia di Roma poteva finire peggio. Ne è convinta la criminologa Roberta Bruzzone. Domenica mattina, Claudio Campiti ha ucciso tre donne e ferito altre quattro persone, di cui una in modo grave, in un bar pizzeria ai margini di Fidene, periferia Nordest di Roma. Il locale ospitava un’assemblea di condominio. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, si è trattata di un’esecuzione premeditata: Campiti, 57 anni, aveva intenzione di compiere una strage e poi fuggire (nello zaino sono stati ritrovati 6.000 euro e il passaporto). Solo il coraggio di altri inquilini, che l’hanno sopraffatto e disarmato, e l’inceppamento dell’arma (trafugata insieme a un centinaio di proiettili al Poligono nazionale di Tor Di Quinto) hanno impedito il bagno di sangue. Tuttavia, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, rispettivamente consigliera, segretaria e commercialista del Consorzio Valle Verde oggetto della riunione, hanno perso la vita, mentre un’altra donna è stata colpita gravemente alla testa. Il fatto di cronaca ha scosso l’Italia e se n’è parlato anche al talk domenicale “Non è l’Arena” su LA7. La criminologa Bruzzone ha sostenuto che Campiti aveva pianificato tutto: “Sapeva che avrebbe avuto l’arma della disponibilità e il tempo necessario per commettere la strage. Nella sua mente c’era l’obiettivo di uccidere molte più persone”.

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